L’emergenza rifiuti, insieme a quella dell’occupazione in generale e delle famiglie che non arrivano più a fine mese, è il vero problema, la grande questione del terzo millennio a cui la nostra”società civile” deve necessariamente saper dare risposte, appropriate ed esaurienti. E’ auspicabile che tali risposte siano il più condivise possibile, onde evitare strascichi di polemiche che avvelenano la nostra esistenza quotidiana, per affrontare con decisione e coraggio la realtà dei rifiuti solidi urbani e dei siti di trattamento e di stoccaggio. La situazione più problematica, dopo Napoli e Palermo è Roma dove, il prossimo 30 giugno, chiude la discarica di Malagrotta e la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha già comunicato che non firmerà alcuna, ulteriore, proroga. Un problema politico di grande entità e delicatezza che può avere un impatto deleterio sulla salute dei cittadini e nel decoro urbano della capitale d’Italia per cui bisogna agire ed intervenire con determinazione, senso di responsabilità, tempestività. Roma, deve essere avvicinata all’Europa, adottando una gestione sostenibile, moderna ed efficace del ciclo dei rifiuti, dove la raccolta differenziata, anche con il porta a porta, resta la strada più utile e giusta da percorrere. Lo scorso luglio al prefetto, Giuseppe Pecoraro, fu affidata la gestione della chiusura della discarica di Malagrotta, entro il 31 dicembre 2011, e di commissario sui rifiuti auspicata dalla governatrice Polverini. La stessa, lo ricordiamo per dovere di cronaca, è la più grande d’Europa ove confluiscono tutti i rifiuti di Roma, Fiumicino e tante altre zone della Provincia. A seguito di ciò si rende necessario l’apertura di un nuovo sito ove stoccarli a partire dal 2012. E’ ovvio poi i tempi sono slittati e, tra roventi polemiche e contestazioni di varia natura, ci troviamo ancora oggi, maggio 2012, ad affrontare questo spinoso problema con l’acqua alla gola anche in considerazione del fatto che sulla discarica in questione pende una procedura d’infrazione della Commissione europea. La Regione indicò sette possibili siti per nuovi impianti; uno in territorio del Comune di Fiumicino, a pizzo del Prete, per la cui realizzazione trattandosi di un impianto per trattamento meccanico biologico dei rifiuti e annessa discarica, necessiteranno almeno 3 anni. Contemporaneamente la fase di transizione deve essere gestita con una discarica provvisoria da realizzare tra gli altri sei indicati tra cui spicca Pian dell’Olmo in territorio di Riano Flaminio, in XX Municipio. Il Commissario decise per Quadro Alto nel comune di Riano ed un’area a Corcolle- S . Vittorino in VIII Municipio. Gli abitanti di quest’ultimo sito, i vari comitati contro la discarica, Rifiuti Zero, le diverse associazioni agricole,l’Ente Bacino del Tevere ed il Pd locale con i suoi consiglieri comunali tra cui l’onnipresente Dario Nanni scesero immediatamente in campo, anche con ricorsi al TAR contro la scelta scellerata di costruire la discarica che è praticamente incompatibile per motivi archeologici e culturali trovandosi a due passi da Villa Adriana tutelata dall’Unesco quale patrimonio dell’Umanità e la vicinanza all’acquedotto dell’Acea che rifornisce Roma.. Un’idea folle quella di utilizzare una simile area che avrebbe deturpato la maestosità del gioiello che tutto il mondo c’invidia: Villa Adriana. Su richiesta di due parlamentari Guido Milana del Pd e Niccolo Rinaldi IdV fu presentata al Parlamento europeo una petizione discussa lo scorso 8 maggio e si rischia una procedura d’Infrazione se il commissario continua nella sua strada. Intanto il Sindaco Alemanno, dopo ripensamenti e tentennamenti, fece lo scorso 13 maggio una visita blitz al riparo dei cittadini e disse no alla discarica. Un atteggiamento a dir poco ambiguo poiché solo pochi giorni prima aveva impedito che il Consiglio discutesse una mozione con 13 firme primo firmatario Nanni. Per analoghi motivi in aula Giulio Cesare stavano arrivando alle mani i consiglieri PDL, rappresentanti di quella zona , tra di loro. Nonostante il vasto fronte avverso il prefetto Pecoraro procedeva spedito sulla sua linea d’intransigenza forte di uno studio commissionato all’Istituto d’ingegneria ambientale dell’Università la Sapienza e sicuro dell’appoggio del suo Ministro dell’interno, Cancellieri. Il Ministro dell’Ambiente Clini, quello per i Beni e le Attività Culturali, Ornaghi ed il segretario del Pd VIII Andrea Sgrulletti, scrissero una lettera al presidente Monti ove esprimevano tutta la loro contrarietà alla scelta di quel sito. Lo stesso On. Morassut, deputato membro della Commissione Ambiente, Lavori Pubblici e Territorio, conosciuto per la sua calma e parsimonia replicando al dott. Pecoraro disse:” Dannoso chiudere al confronto, siti alternativi a Corcolle, ci sono, si trovi una soluzione condivisa. Decisionismo senza condivisione genera disastri”. Ed ancora: “Il Governo blocchi la discarica di Corcolle. Ci mobiliteremo con i cittadini per scongiurarla. La Polverini non nasconda le sue responsabilità” Al contempo si è attivato il modo politico e della cultura con una raccolta di firme. Ieri finalmente il CdM ha discusso la spinosa questione escludendo Corcolle quale sito per la discarica non ricorrendo le condizioni adeguate e misure efficaci ad assicurare il rispetto delle direttive europee e delle nostre leggi in materia di gestione dei rifiuti. Soddisfazione tra gli ambientalisti, la gente dei territori interessati, il Pd locale, che si era speso come non mai, i vari comitati sorti per contrastare la dannosa determinazione. Non si è fatta attendere la risposta del prefetto Pecoraro che ha rassegnato le dimissioni immediatamente sostituito, seduta stante, dal prefetto, Gaetano Sottile, già commissario per la questione dei rifiuti in Calabria. Ai giornalisti che domandavano. al dott. Pecoraro, cosa succederà ora ha risposto candidamente:” Chiedetelo al presidente del Consiglio“. Altra illustre sconfitta la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che in polemica con il Sindaco, anch’egli del Pdl, ha sempre sostenuto il commissario in quella scelta scellerata. Ma non è un problema, quando vincono i cittadini e l’ambiente c’è sempre da gioire poiché vengono rispettati i diritti elementari in primis alla salute e poi della salvaguardia delle bellezze naturali. Una svolta radicale determinata a difenderle per evitare che un simile paesaggio sia avvelenato deturpato ed al contempo a conservare le risorse, architettoniche e culturali del Paese. Ad un convegno, sul destino della cultura nell’epoca della crisi e dei tagli, organizzato dall’associazione Democratica di cui è presidente Walter Veltroni il ministro dei beni culturali, Lorenzo Ornaghi, intervistato dai giornalisti presenti in proposito ha così risposto:” Penso che oggi sia una buona giornata per la cultura perché gran parte delle forze vitali del Paese hanno fatto una battaglia che ha reso possibile che un luogo così bello, come Villa Adriana non possa essere sfregiato”.
Nando Giammarini
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