Premio Sdocc! La storia degli abruzzesi dentro cent’anni di immagini

La nostra storia attraverso le immagini fisse e in movimento, questo solo uno dei significati del Premio Sdocc! (Storia – Documento-Cinema-Centritalia) iniziativa dello IASRIC, l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, rivolta agli studenti universitari e agli operatori della cultura cinematografica, con obiettivo di stimolare la ricerca e la produzione multimediale. Svoltosi […]

La nostra storia attraverso le immagini fisse e in movimento, questo solo uno dei significati del Premio Sdocc! (Storia – Documento-Cinema-Centritalia) iniziativa dello IASRIC, l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, rivolta agli studenti universitari e agli operatori della cultura cinematografica, con obiettivo di stimolare la ricerca e la produzione multimediale.
Svoltosi martedi e mercoledi a palazzo Silone a L’Aquila, Sdocc! ha avuto come momento estremamente significativo la presentazione del lavoro di ricerca e catalogazione di foto d’epoca quasi tutte inedite svolta dagli studenti del corso di “Storia Moderna” della Facoltà’ di Scienze della Formazione dell’università’ degli Studi dell’Aquila.
Foto di generazioni di abruzzesi e italiani, in particolare dell’Italia centrale lungo oltre cento anni di storia, scandita dalle tappe dei riti delle esistenze individuali, dal battesimo ai giochi, dalla scuola al lavoro, dal matrimonio al funerale, passando per le gite.
E della grande storia, scandita anche in Abruzzo dal regime fascista, dalla guerra e dalla ricostruzione e boom economico, fino alle contestazioni studentesche. Particolarmente suggestive, per la loro drammatica attualità, gli scatti d’epoca ritrovati grazie al lavoro di Valentina Salvini Maria Assunta Di Matteo e Natale Modica, anche del tremendo terremoto del 1915 di Avezzano e dei paesi del Fucino trasformati in cumuli di macerie.
La ricerca e il materiale raccolto grazie al Premio Sdocc!, sarà utile per arricchire il grande archivio del laboratorio di didattica della storia dello Iasric, che già contiene migliaia di foto d’epoca e anche video nonché ricerche universitarie e delle scuole superiori.
Per quanto riguarda poi i premi, ecco i vincitori di questa edizione
Il ‘Premio Fabio Masala, riservato agli operatori culturali professionisti che si sono particolarmente impegnati sul fronte pedagogico-artistico è stato vinto da Paolo Speranza in qualità di direttore della rivista Quaderni di Cinemasud, per la qualità culturale e l’impegno nell’analisi e la diffusione della cultura cinematografica,
Il ”Premio I ragazzi di via XX settembre n. 46”, dedicato agli scomparsi nella Casa dello Studente, per il lavoro svolto in qualità di operatore culturale, sia dal punto di vista della produzione che della conservazione delle opere cinematografiche è andato a Dimitri Bosi  Responsabile della Mediateca della Biblioteca “Melchiorre Delfico”, docente di “Storia del Cinema” presso l’Università di Teramo, produttore dei film L’uomo Fiammifero (2009) di Marco Chiarini (2009) e del cortometraggio Salve Regina (2010) di Laura Bispuri
Il ”Premio Tre ragazze” dedicato ad Alice Dal Brollo, Argenis Valentina Orlandi, Francesca Marchione, le studentesse della facoltà di sicenze della formazione morte la notte del 6 aprile vanno a Lorena Persoglio e Maria Capraro, studentesse della Scienze della Formazione per un bellissimo docu-film sulla vita dei studenti universitari pendolari a L’Aquila, provenienti da Atessa.
Altro momento significativo l’illustrazione da parte dello studioso Andrea Lolli del mondo del Webdoc, ovvero l’universo in via di continua espansione del documentario web, concentrandosi particolarmente su tutti quei lavori, prevalentemente amatoriali, caricati sulla rete, indagandone metodologie e tematiche dominanti, soprattutto su quelle materie alle quali i media tradizionali non lasciano alcuno spazio. Lo studio sul webdoc mira, quindi, a sondare quali siano alcune delle tematiche dominanti sulle quali, soprattutto i giovani webnauti, hanno necessità di approfondirne ed illustrarne i contenuti, compiendo un’operazione prettamente culturale tipica del millennio nel quale si vive e che scardina il sistema mediatico tradizionali alle sue basi. alcuni documentari web, dai più noti come le varie strisce di animazione di Annie Leonard o Zeitgeist, ad altri più amatoriali e di autori pressoché sconosciuti reperiti sulla rete via Web.

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