L’ex ministro e deputato del Pdl Renato Brunetta in un editoriale pubblicato oggi da “Il Giornale”,scrive: “È arrivato il momento di dire basta ai diktat della Germania. Ciò significa mutare il segno delle aspettative di breve, non pensando che queste non influenzino quelle di lungo periodo. Per essere chiari, è necessario che si vada certamente a fondo nella spending review, nei tagli, con un obiettivo immediato di revisione e di riallocazione della spesa pubblica, ma non con la pressione di un obiettivo di riduzione immediata, non con un obiettivo congiunturale. Insomma – sottolinea – basta tagliare sull’altare della riduzione del deficit. I mercati non sanno che farsene di un Paese in pareggio ma economicamente stremato. Invece, le risorse reperite nell’immediato devono essere tutte reinvestite, mentre la riduzione di spesa da ricercare deve essere strutturale e diretta a una riduzione altrettanto strutturale della pressione fiscale. Meno spesa, meno tasse”.
“Ciò vuol dire – continua il coordinatore dei dipartimenti del Pdl – nessuna correzione del deficit che aumenta a causa del ciclo negativo. Ricollochiamo, piuttosto, ufficialmente l’obiettivo di pareggio del bilancio al 2014, secondo il calendario già concordato con l’Europa, prima della bufera, dell’imbroglio, dell’estate scorsa, e corretto in agosto con l’accettazione delle richieste della Bce, nel pieno della crisi che dalle banche veniva trasferita ai debiti sovrani in tutta Europa e che in quel momento veniva indirizzata verso l’Italia”.
“Il presidente Monti, che si sta coraggiosamente impegnando per un mutamento della direzione di politica economica a livello europeo, ha oggi la forza per riportare ufficialmente l’obiettivo di pareggio di bilancio al 2014 a testa alta. D’altra parte questo è quanto probabilmente accadrà, ma ciò non deve avvenire come non raggiungimento di un obiettivo, come fallimento, ma come perseguimento di una strategia liberamente scelta secondo logica economica corretta – conclude Brunetta – e come segno di una forza e affidabilità riconquistata, e quindi con un impatto di segno opposto sulle aspettative”.
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