Un ringraziamento a tutti coloro che hanno “partecipato attivamente e con convinzione a questa eccezionale stagione di passione, impegno civile, cambiamento per l’affermazione di una cultura della non discriminazione diffusa, condivisa, concreta nella sua operatività quotidiana, ancorata ai territori e sganciata da qualsiasi ingerenza politica, mai semplicemente enunciata senza essere poi essere concretamente praticata”. Così, dopo tre anni di mandato, Massimiliano Monnanni si congeda da direttore dell’Unar con una lettera indirizzata alle istituzioni e agli operatori del settore.
Un grazie è indirizzato, in particolare, all’ex ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna che nel 2009 “ha voluto un Unar diverso dal passato, sinceramente autonomo e imparziale, aperto anche a problematiche e questioni per le quali non esisteva un interlocutore istituzionale in grado di prendere in carico e rimuovere discriminazioni e pregiudizi”. Ma anche al ministro Andrea Riccardi, “con cui da novembre ad oggi ho collaborato costantemente sui temi del razzismo e della xenofobia, nonché sul tema fondamentale dell’inclusione dei Rom e dei Sinti” e a Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità, “che come ho appreso lo scorso 11 luglio – nel mentre illustrava pubblicamente come la spending review impedisse ogni possibilità di una mia riconferma all’Unar – ha espresso e sottolineato altrettanto pubblicamente tutta la sua stima e l’apprezzamento personale per la competenza, la passione e l’impegno con il quale ho diretto l’Ufficio”. “Le sue affermazioni mi hanno consentito di verificare nel concreto l’esistenza di un consenso e di una stima nei confronti dell’Unar e miei personale che ritenevo si ampio, ma francamente non unanime e direi quasi imbarazzante – aggiunge -, come ha documentato l’avvenuta sottoscrizione di un appello di sostegno all’attuale direzione dell’Ufficio che ha raccolto in pochi giorni oltre 120 adesioni di associazioni e federazioni t ra le più significative e rilevanti nel settore dei diritti umani”.
Monnanni ricorda che in soli tre anni l’Unar, “ha gestito un numero di istruttorie pertinenti quasi doppio rispetto a quello gestito in quasi il doppio degli anni dalla gestione precedente, mentre sono circa 200 i procedimenti giudiziari monitorati dall’Ufficio in tutte le diverse fasi previste, al duplice scopo di assicurare la tutela delle vittime e di verificare l’efficacia della norma – in particolare rispetto all’aggravante prevista dalla cosiddetta “Legge Mancino” – nella sua concreta attuazione”.
Nella lettera vengono elencati anche gli interventi su amministrazioni locali, aziende sanitarie, regioni, enti nazionali, così come in alcuni casi sulla stessa Presidenza del Consiglio presso cui opera l’Ufficio. Sono 11, invece, le Regioni – cui si aggiunge il Veneto -che hanno sottoscritto accordi di collaborazione con l’Unar al fine di dare compiuta attuazione a quanto previsto dall’articolo 44 del TU sull’immigrazione, mediante l’istituzione di centri territoriali contro le discriminazioni razziali.
Vengono ricordate anche le attività di sensibilizzazione, a cominciare dalla “Settimana d’azione contro il razzismo” e la “Settimana contro la violenza” : “due capisaldi diffusi capillarmente sui territori e nelle scuole, con interventi ed azioni condivise, aperte alla collaborazione delle organizzazioni di settore”. Sul fronte della formazione oltre 2.500 sono state le persone formate e aggiornate sia nell’ambito delle Regioni e degli enti locali “che hanno partecipato al percorso di costruzione delle reti territoriali che tra le stesse organizzazioni di settore, mentre grazie ad una concorde sinergia con la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, l’Unar insieme all’Oscad osservatorio contro gli atti discriminatori a valenza penale voluto dal Capo della Polizia Antonio Manganelli, hanno avviato una inedita attività di formazione delle forze dell’ordine– aggiunge Monnanni -. Il direttore sottolinea anche la significativa collaborazione con la Consigliera di parità Alessandra Servidori e la rete delle consigliere regionali e provinciali e “la proficua collaborazione con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana e della neo costituita Associazione abbiamo contribuito a diffondere e curare l’applicazione della Carta di Roma, mediante una serie di azioni specifiche nelle singole realtà regionali, mentre vedrà la luce a settembre la prima indagine nazionale sui linguaggi discriminatori nelle trasmissioni televisive”.
“Il focus sulla promozione dei diritti delle comunità rom e sinte da un lato e dei rifugiati e richiedenti asilo – con una piena e reciproca collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati diretto da Laura Boldrini – dall’altro ha condotto oltre che all’adozione della prima Strategia nazionale approvata dal Consiglio dei Ministri il 24 febbraio u.s. anche alla istituzione di due specifici back office tematici, che in costante collaborazione con il contact center, assicureranno la necessaria consulenza legale per la presa in carico di singole discriminazioni segnalate – aggiunge -. Il tema delle discriminazioni LGBT ha finalmente trovato una interlocuzione operativa che, pur con i limiti connessi ad un quadro normativo carente, ha consentito di pervenire per la prima volta in assoluto ad un impegno formale del Governo a prevedere entro il 2012 l’adozione di un piano di azione ad hoc collegato al Programma varato dal Consiglio d’Europa cui l’Italia, tramite l’UNAR, ha già aderito”.
Infine Monnanni ricorda che “l’Unar è impegnato, entro il 2012, a predisporre e sottoporre all’approvazione del Consiglio dei Ministri, per la prima volta in assoluto, un piano di azione contro il razzismo e la xenofobia.Sarà questo il primo banco di prova che chi prenderà il mio posto dovrà affrontare e – spero con sincerità – sicuramente supererà, se trasfonderà nell’incarico di Direttore dell’UNAR lo stesso impegno, la stessa dedizione, la stessa passione che credo di aver dato giorno dopo giorno in questi tre anni di intenso lavoro. Da parte mia – conclude – continuerò comunque a lavorare sul tema dei diritti e delle discriminazioni, convinto come sono che il coordinamento e la promozione di strumenti attenti alla costruzione di processi di relazione, di partecipazione attiva e di responsabilità condivisa che coinvolgano direttamente il singolo cittadino, le istituzioni e la società civile, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, debbano comunque ssere parte integrante ed essenziale di un ufficio pubblico, tale da rappresentare uno strumento efficace, potente e concreto per la coesione sociale nel nostro Paese”.
Lascia un commento