”Sono emozionato perche’ mi sto giocando una delle partite piu importanti nella mia vita, se non la piu’ importante”. Con queste parole l’ex capitano del Bologna, Marco Di Vaio, ha esordito nell’aula dell’ex Ostello della gioventu’ del Foro Italico, dov’e’ in corso il processo al Calcioscommesse, basato sugli atti trasmessi dalla Procura di Bari.
L’attaccante della squadra canadese dei Montreal Impact, per cui il procuratore federale Stefano Palazzi ha chiesto un anno di stop per omessa denuncia in relazione alla presunta combine di Bologna-Bari del maggio 2011, si e’ rivolto quindi ai giudici della Disciplinare, ribadendo la propria innocenza. ”Sono qui da due giorni e c’e’ una sola certezza – le parole dell’ex attaccante della Juventus -: la mia conoscenza con Masiello (Andrea, ex capitano ‘pentito’ del Bari, ndr), perche’ abbiamo giocato due anni a Genova. Lui, pero’, non fa mai riferimento a me, evita sempre di fare il mio nome. Poteva chiamarmi tranquillamente, perche’ il mio numero di telefono e’ sempre lo stesso, ma non mi ha mai contattato”.
”Da Palazzi ho sentito solo dubbi – ha quindi aggiunto – chiedo a voi certezze, perche’ sono un padre di famiglia, devo rendere conto a loro e ai miei datori di lavoro. Se devo smettere giocare, cosa che amo di piu’ nella mia vita, chiedo almeno di stare a casa con una certezza. Altrimenti sarebbe logorante per il resto della vita”.
”Chiedo verita’ assolute, non dubbi”, ha concluso Di Vaio.
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