Ristrutturare la città storica dell’Aquila e bonificare quella moderna in un’ottica olistica che, superando l’insostenibile dualismo che le tiene ancora separate, con l’occhio rivolto alla qualità della vita, sappia riscoprire e ri-progettare il paesaggio urbano in una prospettiva nuova.
“Il primo passo è il superamento del concetto di centro storico, riconoscendo ai tessuti di antica origine la valenza di città storica, che si pone in sinergia con la città moderna di cui costituisce parte fondamentale e risorsa primaria[…]. Lo studio del rapporto tra città antica e città moderna, il riequilibrio delle funzioni in un’ottica policentrica dovrebbero costituire l’oggetto principale dei moderni piani urbanistici”. E’ l’esortazione di Leonardo Benevolo che emerge dalla prefazione al libro “L’Aquila Nuova negli itinerari del Nunzio”, recentemente pubblicato da monsignor Antonini. Il suggerimento trova una prima risposta operativa nella sistemazione di Piazza d’Armi, un intervento lungo l’asse che collega la città antica a quella moderna (via Roma – via Corrado IV – statale 80) e nella proposta di riapertura di porta Barete attestata su un’ampia piazza ad esedra: due nodi urbani che scandiscono il ritmo modulare con cui si articola il rettifilo stradale. All’incrocio con l’autostrada A24, però, questo mostra una chiara frattura territoriale, una cesura urbana rappresentata da una fascia indistinta, priva di spazi pubblici, in cui si avverte il bisogno di una pausa di decompressione tra il tessuto di Santa Barbara e quello di Pettino. Accogliendo le potenzialità e le criticità della fascia e ridefinendo i suoi rapporti all’interno della città, si prospettano nuove ipotesi di paesaggio urbano, in cui il progetto si pone come risposta alla dialettica esistente tra l’asse autostradale e i margini del tessuto urbano, tra la densità dell’edificato esistente e la permeabilità di un nuovo spazio. In questa correlazione si configura la visione di un parco completamente diverso da quelli vissuti dalla quotidianità, il cui principio ideativo è quello di offrire un unico grande spazio pubblico, in cui convivono aspetti differenti che riguardano le tematiche del paesaggio, del vivere quotidiano e dei rapporti con la città circostante. Un’idea di cintura verde già sperimentata altrove (il “Passante Verde” del territorio veneto, “Pettinissa”, che riqualifica l’alveo autostradale da Reggio Calabria a Villa San Giovanni), che trasforma il tratto urbano della A24 in un asse che intensifica la riqualificazione del tessuto della città moderna attraverso parchi, spazi pubblici, piazze, agricoltura, viabilità pedonale e ciclabile. Con interventi minimi e di impatto economico di modesta entità questa fascia, da asse di frattura si pone come segno saliente della nuova visione di città reticolare, capace di rigenerare gli spazi morti, di aprirli alla fruibilità del pubblico e di mettere a sistema alcune attrezzature già presenti in città (Centi/Colella, ex Liceo Scientifico, multisala Moviplex, Palazzo della Regione Abruzzo, Accademia di Belle Arti). La cintura verde della A24 è un progetto multidisciplinare finalizzato ad una pluralità di scopi che vanno dalla mitigazione ambientale degli impatti, al controllo del microclima; dalla riconnessione delle reti ecologiche, alla valorizzazione delle potenzialità paesistiche quali elementi di competitività territoriale e di sviluppo sostenibile. Incentrandosi sul tema del rapporto fra infrastrutture, territorio e paesaggio essa si pone anche al centro del clima culturale aquilano, che troppo spesso vede il cambiamento come minaccia e l’investimento come sperpero. Tuttavia, in linea con i principi della Convenzione Europea del Paesaggio, oggi appare chiara la necessità di una riflessione consapevole sulle trasformazioni conseguenti al sisma e di interventi strategici che diano forma e funzioni al territorio, e nel contempo costruiscano nuovi paesaggi urbani capaci di rinnovare il rapporto tra le componenti antropiche della città con quelle ambientali ed economiche. Il “Parco lineare della A24” è un progetto di infrastruttura verde multifunzionale contrassegnato da una visione strategica degli assetti ambientali e paesaggistici, accompagnato non solo da opere di mitigazione, ma anche da interventi compensativi di grande dimensione, in grado di dare nuove identità e funzioni ai quartieri interessati e all’intera città. L’idea viene offerta ai cittadini aquilani perché possano valutarne la portata e condividerne l’importanza. E’ proprio attraverso un confronto con la società civile, oltre che con le istituzioni, che le idee innescano un processo civico costruttivo, in grado di suscitare nuove convergenze di interessi.
Giancarlo De Amicis
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