A partire dalle 22:04 del 02 aprile 2010 la rete di monitoraggio sismico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania (INGV-CT) ha registrato uno sciame simico, localizzato nel medio versante nord-orientale dell’Etna. L’evento principale, avvenuto alle ore 20:04 e caratterizzato da una magnitudo di 4.2 (profondità di 1.1 km), è stato localizzato 2 km a sud della zona turistica di Piano Pernicana. Il fenomeno è andato progressivamente decrescendo a partire dalla mattinata del 03/04, sia nel numero di eventi che nella loro energia.
Nella giornata dell’8 aprile fra le ore 17:51 e le 18:27 le stazioni della rete sismica dell’INGV-CT hanno registrato una decina di ampi eventi a bassa frequenza localizzati nell’area sommitale dell’Etna, a seguito dei quali non sono state rilevate variazioni significati dell’ampiezza del tremore vulcanico. In concomitanza a tale fenomeno il cratere presente alla base orientale del Cratere di SE, ha prodotto un pennacchio contenente cenere, che si è elevato per un’altezza di circa 1 km disperdendosi nell’atmosfera in direzione NE, dando luogo a ricaduta di ceneri in località Rocca Campana, tra Milo e Fornazzo. Tale fenomeno è stato seguito da una fase di intenso degassamento in corrispondenza del cratere a pozzo, senza emissione di cenere.
L’evoluzione dei fenomeni è costantemente monitorata dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC), attraverso il proprio Centro Funzionale Centrale – settore Rischio Vulcanico, oltre che con le reti strumentali dei propri centri di competenza, anche attraverso l’acquisizione e l’elaborazione di informazioni da satellite in stretta collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, che allertata in tal senso dal DPC ha puntato i radar di COSMO-SKyMed sul vulcano ed ha attivato il team del progetto ASI “Sistema Rischio Vulcanico” (ASI-SRV) che utilizza moderne tecnologie di analisi di dati satellitari per dare supporto alle attività di gestione del rischio vulcanico svolte dal Dipartimento della Protezione Civile. Grazie all’archivio di dati che il progetto ASI-SRV sta raccogliendo da alcuni mesi sull’Etna è stato possibile rispondere in maniera tempestiva alla richiesta del Dipartimento. Infatti, combinando opportunamente tra loro varie immagini radar acquisite nel corso del tempo, mediante una tecnica altamente innovativa sviluppata dall’IREA-CNR di Napoli, è possibile misurare nel dettaglio deformazioni del suolo anche molto piccole, per esempio dell’ordine del centimetro. Utilizzando tali tecniche il dato acquisito da COSMO-SKymed il 7 aprile 2010 è stato confrontato con i dati acquisiti precedentemente allo sciame sismico, che si sta manifestando sull’Etna dai primi di Aprile, ed in particolare con un dato acquisito il 30 marzo 2010. Da tale confronto è stata prodotta dall’IREA-CNR, partner del progetto SRV, una mappa delle deformazioni (detta interferogramma) mostrata in figura 1. La zona interessata dalle deformazioni dovute all’attività sismica è evidenziata dal rettangolo bianco. Nell’immagine ogni ciclo di colore (frangia) indica un movimento del suolo di circa 1,5 cm in avvicinamento o in allontanamento rispetto alla posizione del radar. Le altre frange visibili, indicate in figura con le frecce, non sono di immediata attribuzione: l’ipotesi più plausibile è che siano l’effetto della copertura nuvolosa presente sul vulcano che disturba parzialmente il segnale radar.
È infine importante notare che il prime del progetto ASI-SRV è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) già preposto per legge al monitoraggio e alla sorveglianza sismica e vulcanica nell’ambito del Sistema Nazionale di Protezione Civile e che al progetto collaborano oltre all’IREA/CNR, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Advanced Computer Systems spa e la Galileian Plus srl.
Per conoscere tutte le attività del progetto visita il sito web http://srv1.rm.ingv.it/srv/srv.
Protezione Civile
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