E’ morto stanotte all’età di 62 anni padre Giancarlo Bossi, il missionario che nel 2007 era stato rapito a Mindanao, nelle Filippine. Da oltre un anno – riferisce l’agenzia del Pime, Asianews – aveva sviluppato un tumore ai polmoni e la sua salute si era debilitata sempre più. In Italia e nel mondo, padre Bossi era divenuto noto quando nel giugno del 2007 era stato rapito, per 40 giorni, da un gruppo di miliziani musulmani a Mindanao nelle Filippine.
A Mindanao, per tutti, cristiani e musulmani, padre Bossi era il “gigante buono”: la sua imponente statura, infatti, era direttamente proporzionale all’amore per il prossimo, senza distinzione di credo.
Nel 2008 era ritornato nelle Filippine e sarebbe voluto andare di nuovo a Payao (Mindanao), dov’era stato rapito: i vescovi però lo avevano frenato e lui si era stabilito a Paranaque (Metro Manila) per un anno.
Era entrato nel PIME a Genova nel 1973 come vocazione adulta. Ha emesso il giuramento perpetuo il 3 febbraio 1978 ed è stato ordinato sacerdote il 18 marzo 1978 da monsignor Aristide.
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