Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione di Pio Rapagnà – ex Parlamentare abruzzese.
DELITTO CONIUGI MASI DI NERETO: le indagini sono state “sbagliate” sin dall’inizio e il nulla di fatto che ha portato, dopo 5 anni, alla archiviazione, ha dato ragione a chi, come me e pochissimi altri amici di Libero ed Emanuale, ebbero subito a “chiedere” l’intervento della Commissione Parlamentare antimafia, una indagine ispettiva del Ministro della Giustizia e la riunione straordinaria e permanente a Nereto della Commissione provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico.Ricordo come fosse oggi la dichiarazione del Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Colonnello Izzo in relazione al “grande magone” che si portava dentro nel momento in cui lasciava il suo incarico a Teramo, forse per non avere potuto concludere positivamente le indagini sull’efferato delitto dei coniugi Masi di Nereto, attestavano indubitabilmente il disagio “collettivo” che si provava di fronte alla mancanza di risultati e di indizi individuati dagli investigatori e dagli inquirenti, nel mentre risultava incomprensibile ed inspiegabile la secretazione di tutto ciò che attieneva alle indagini stesse apposta dal Procuratore capo del Tribunale di Teramo Dott. Cristoforo Barrasso il quale, tra l’altro, non risultava nemmeno essere il Magistrato titolare della inchiesta.
Ripenso, ogni giorno in questi anni amaramente e dolorosamente trascorsi, al fatto che molto verosimilmente il grande magone del Colonnello Izzo potesse allora derivare anche dalla circostanza di essere stato informato immediatamente dal sottoscritto circa il possibile e più probabile movente del terribile assassinio, che secondo me era da ricercare, tra l’altro, nell’ambito dell’ampia e variegata attività professionale dell’Avv. Libero Masi piuttosto che negli ambienti della criminalità comune e degli extra comunitari, sulla base della ipotesi di una rapina finita male.
Ritengo ancora oggi che molto probabilmente alcune immediate dichiarazioni “spontanee” di cittadini e rappresentanti istituzionali di Nereto e della Provincia di Teramo, di amici e di vicini dei coniugi Masi, avrebbero potuto fornire elementi utili alle indagini “anche e principalmente” nella direzione delle attività professionali di Libero Masi.
Invece ci si avventurò, come ebbe a fare “a caldo” il Procuratore Barrasso, in improvvide e indimostrate dichiarazioni ed interviste “in esclusiva” alla stampa, sino alla improvvisa e successiva decisione di “secretare” il tutto e fare calare sulla drammatica vicenda un enorme “silenzio stampa”, che in quei giorni alcuni di noi, amici di Libero Masi, chiedemmo ripetutamente che fosse tolto, affinchè tutti i cittadini di buona volontà e gli stessi organi di informazione potessero, senza timori di grandi e gravi pericoli personali, collaborare con serenità e responsabilità nella ricerca della verità e dei colpevoli.
Pio Rapagnà – ex Parlamentare
Lascia un commento