Parte la raccolta firma dei referendum ‘anti-casta’ e lavoro

Italia dei Valori di nuovo in prima fila per la riconquista dei “diritti perduti” dei cittadini, in particolare dei lavoratori, penalizzati dalle riforme degli ultimi due governi che stanno demolendo e vanificando le conquiste dei lavoratori.  In tutta Italia da domani parte la raccolta firma della campagna referendaria ‘Mille piazze per il lavoro’. Il Comitato […]

Italia dei Valori di nuovo in prima fila per la riconquista dei “diritti perduti” dei cittadini, in particolare dei lavoratori, penalizzati dalle riforme degli ultimi due governi che stanno demolendo e vanificando le conquiste dei lavoratori.  In tutta Italia da domani parte la raccolta firma della campagna referendaria ‘Mille piazze per il lavoro’.

Il Comitato promotore con il primo referendum chiede l’abrogazione delle modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori operate con la riforma Fornero ed il secondo la cancellazione dell’articolo 8 della manovra economica varata nel 2011 dall’esecutivo Berlusconi. L’articolo 8 permette di derogare dai contratti nazionali di lavoro tramite accordi sindacali raggiunti in sede aziendale anche solo da alcuni sindacati. In virtù di tale articolo la Fiom è stata esclusa dalla stessa agibilità sindacale alla Fiat. Con le modificazioni introdotte all’articolo 18 invece è stato eliminato il principio di reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa: tutto viene monetizzato. Inoltre, dai dati che ci sono stati forniti dall’Istat, dal Cnel e dalla Svimez, tali novità legislative, introdotte nella nostra legislazione con la scusante di favorire lo sviluppo di nuova occupazione, non la hanno influenzata affatto in tal senso.
Oltre a quelli sul lavoro, l’IdV promuove anche due quesiti anti-casta con i quali si chiede l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e della diaria ai parlamentari.
Nel 1993 i cittadini italiani con un referendum scelsero di cancellare i finanziamenti pubblici ai partiti ma politica si limitò a cambiare loro il nome, chiamandoli “rimborsi elettorali”, quindi si passò dal finanziamento pubblico al finanziamento pubblico travestito da rimborso: ovvero una cascata di denaro pubblico che finisce ogni anno nelle tasche dei partiti e che finisce per generare i casi Lusi, Belsito, Fiorito…
Attraverso un referendum cerchiamo di cancellare i rimborsi elettorali. Votando “sì” a questo referendum, si vota di cancellare totalmente ogni forma di trasferimento di soldi pubblici ai partiti.

I parlamentari italiani si sono dotati di privilegi che ne fanno tra i più pagati al mondo. Occorre un taglio netto ai loro compensi e azzerare la cosiddetta “diaria”, che rappresenta un’integrazione al compenso riconosciuto ai parlamentari: circa 3.500 euro al mese. Cancellare, inoltre, le norme che rendono l’indennità mensile esente da ogni tributo e ne impediscono il sequestro o il pignoramento.

A L’Aquila il primo appuntamento è fissato per domenica 14 ottobre alla Villa Comunale, dalle ore 10.00 alle 13.00 e, nel pomeriggio, dalle 16.00 alle 19.00. Il successivo appuntamento è alla Fontana Luminosa lungo il Corso, giovedì 18 dalle 19.00 alle 22.00

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