Pescara: convegno ‘Istituzioni e Informazione’

Esperti e amministratori si confronteranno nel convegno “Istituzioni e informazione”, iniziativa del Circolo regionale della Stampa d’Abruzzo che si terrà sabato 3 Novembre, con inizio alle 9.30, a Pescara, alla Sala Tinozzi di Palazzo dei Marmi (sede della Provincia). L’incontro, di particolare interesse e attualità, riguarda la disciplina – rimasta in gran parte disattesa, nonostante […]

Esperti e amministratori si confronteranno nel convegno “Istituzioni e informazione”, iniziativa del Circolo regionale della Stampa d’Abruzzo che si terrà sabato 3 Novembre, con inizio alle 9.30, a Pescara, alla Sala Tinozzi di Palazzo dei Marmi (sede della Provincia).

L’incontro, di particolare interesse e attualità, riguarda la disciplina – rimasta in gran parte disattesa, nonostante siano trascorsi 12 anni dalla sua entrata in vigore – delle attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni (Legge 150 del 2000). La relazione sarà tenuta dal professor Santo Fabiano, docente di Diritto degli Enti locali all’Università di Roma 3, dopo i saluti del Presidente del Circolo della Stampa d’Abruzzo, Marcello Martelli.

Sono previsti gli interventi dei Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale d’Abruzzo, Gianni Chiodi e Nazario Pagano, del Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, e del Presidente dell’Anci Abruzzo, Antonio Centi.

Obiettivo del convegno sarà chiarire i motivi per cui la legge 150 del 2000 ha trovato parecchi ostacoli all’attuazione e ascoltare le iniziative che gli enti pubblici intendono intraprendere per adeguarsi alla normativa, dando così significato alla professionalità del giornalista e del comunicatore, quali elementi chiave per la diffusione di informazioni sotto vari profili, nell’ottica di assicurare il rispetto dei principi di trasparenza e partecipazione.

Una risposta a “Pescara: convegno ‘Istituzioni e Informazione’”

  1. Aristide Ricci ha detto:

    Forse ci siamo ricordati con un bel pò di ritardo che l’amministrazione pubblica del nostro bel paese va come sappiamo anche perché è poco trasparente, nonostante che da oltre dodici anni il Parlamento italiano abbia approvato una legge che avrebbe dovuto mettere in qualche modo una pezza a questa insostenibile situazione. Ma è solo responsabilità della nostra squalificatissima classe politica se leggere una delibera di un ente pubblico è un’impresa? Non sarà che c’è stata poca attenzione anche da parte di chi quella legge avrebbe dovuto difenderla con le unghie e con i denti?

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