Roma, Stadio Olimpico: la partita che non t’aspetti.
L’Italia di Brunel, reduce da una non troppo convincente vittoria riportata settimana scorsa a Brescia contro il Tonga, affronta per il secondo test match autunnale la Nuova Zelanda.
La regola aurea del rugby mondiale è che qualsiasi errore compi contro gli All Blacks verrai punito, e questo gli azzurri lo sanno: controllano minuziosamente ogni filo d’erba, e per circa un’ora tengono a bada la marea nera.
Nel primo tempo l’Italia attacca e spinge, mantenendo il possesso del pallone per diverse fasi, ma a segnare per primi sono gli All Blacks: Cruden realizza al 12′ un calcio di punizione concesso da Rolland per un’infrazione commessa da Favaro. Cinque minuti dopo arriva la prima meta, sempre degli ospiti, che realizzano con “capitan futuro” Read, che sfrutta un buco di Smith.
L’Italia non si arrende e pressa gli avversari nella loro area dei 22. L’Olimpico assiste con il cuore in mano ad una delle più belle prove della nazionale negli ultimi anni, ed esplode quando Sgarbi realizza il sogno di ogni rugbysta (grande o piccino) d’Italia: segnare una meta agli All Blacks. Il primo tempo termina con il punteggio di 7 a 13, e l’Italia è quella che ha creato di più, mancando tuttavia di concretezza.
Nel secondo tempo l’Italia rientra con lo stesso spirito di prima, ma dopo nove minuti la prima sbavatura difensiva regala la meta a Ma’a Nonu. Iniziano gli ultimi dieci minuti di fuoco per Parisse e compagni, che prima di scoppiare fisicamente schiacciano ancora una volta gli avversari nell’area dei 22, mettendo a tabellino altri tre punti grazie al drop di Orquera, che centra i pali con una calma sconcertante.
Poi il buio. La girandola di cambi rivoluziona entrambe le formazioni, in special modo le prime linee, e l’Italia cede pian piano il passo ai campioni del mondo che marcano meta prima con Jane e poi due volte con Savea (autore di due mete anche settimana scorsa in Scozia).
Gli Azzurri hanno disputato un incontro bellissimo, regalando ai tifosi presenti un ricordo indelebile. il punteggio finale (10-42) non è veritiero. In conferenza stampa il CT neozelandese Hansen non manca di ricordare come l’Italia abbia giocato bene, mentre Keven Mealamu ha sottolineato il punto forte degli azzurri: la mischia, secondo il tallonatore degli All Blacks la migliore del Six Nations.
Soddisfatti Parisse e Brunel: la squadra ha premuto sull’acceleratore finché ha potuto, e il primo tempo di questa partita resterà nella storia, almeno fino a quando riusciremo a gioire per una vittoria contro una squadra dell’ex TriNations.
IL TABELLINO
Italia-Nuova Zelanda 10-42
MARCATORI: p.t. 13’ c.p. Cruden, 17’ m. Read tr. Cruden, 20’ c.p. Cruden, 27’ m. Sgarbi tr. Orquera; s.t. 5’ c.p. Cruden, 9’ m. Nonu tr. Cruden, 13’ drop Orquera, 28’ m. Jane tr. Cruden, 34’ m. Savea, 36’ m. Savea tr. Cruden.
ITALIA: Masi (21’ s.t. McLean); Venditti, Benvenuti, Sgarbi, Mi. Bergamasco; Orquera, Gori (16’ s.t. Botes); Parisse, Favaro (6’ s.t. Barbieri), Zanni (25’ s.t. Ma. Bergamasco); Minto, A. Pavanello (20’ s. t. Geldenhuys); Castrogiovanni (16’ s.t. Cittadini), Ghiraldini (10’ s.t. Giazzon), Lo Cicero (10’ s.t. Al. De Marchi). All. Brunel.
NUOVA ZELANDA: Barrett (13’ s.t. Jane); Gear, C. Smith, Nonu, Savea; Cruden, A. Smith (21’ s.t. Kerr-Barlow); Read, Cane, Messam; Retallick, A. Williams (10’ s.t. Whitelock); Faumuina (6’ s.t. B. Franks), Mealamu (2’ s.t. Coles), Woodcock (25’ s.t. Crockett). All. Hansen.
ARBITRO: Rolland (Irlanda).
NOTE: p.t. 7-13. Spettatori 74.921. Gialli: nessuno. Calci: Orquera 1 su 1 (2 punti) e 1 su 1 drop (3 punti); Cruden 6 su 7 (15 punti). Uomo del match: C. Smith.
Fabio Zenadocchio
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