”Quando si parla di Europeo da disputarsi in grandi citta’, ovviamente l’Italia e’ interessata”. Questo il commento del presidente della Figc, Giancarlo Abete, a Losanna, dopo la decisione dell’esecutivo dell’Uefa di aprire l’Europeo 2020 a varie citta’ del vecchio continente. ”La decisione di creare un Europeo ‘itinerante’ e’ stata presa dopo la consultazione con le federazioni nazionali e quasi tutte erano favorevoli all’idea”, ha aggiunto Abete.
”Soprattutto che si tratta di una scelta riguardante solo l’Europeo 2020, che segnera’ i sessant’anni del torneo, e non e’ assolutamente vincolante per il futuro”. Se il principio e’ accettato, resta ancora da definire la formula: quante citta’ ospiteranno l’Europeo? In quante citta’ si disputeranno le partite di un singolo gruppo? Quali Nazionali giocheranno ‘in casa’? Queste e tante altre domande dovranno trovare risposta almeno entro la fine di marzo.
”E’ assolutamente prematuro fare ipotesi”, ha quindi affermato Abete. ”Gli studi di fattibilta’ operativa verranno effettuati in seno alle apposite Commissioni Uefa, in stretta collaborazione con le federazioni nazionali, solo quando le regole saranno note e la procedura di candidatura lanciata, la Figc prendera’ una posizione definitiva”.
Il presidente federale ha anche rilevato che l’Uefa crede fermamente nel futuro degli arbitri addizionali, in quanto l’esperimento verra’ esteso anche all’Europeo Under 21, in programma nel giugno 2013 sui campi d’Israele. ”In quest’ambito, l’Italia svolge un ruolo di pioniere e, ancora oggi, il presidente dell’Uefa, Michel Platini, ha reso omaggio al nostro lavoro”.
L’Uefa ha infine deciso di vietare la comproprieta’ da parte di terzi (individui o fondi di investimento) sui giocatori di calcio. ”E’ una decisione importante, che necessitera’ di tempo, forse un biennio, per poter essere definitivamente attuata, ma e’ buona per il nostro sport. Gia’ il 3 dicembre, l’Associazione dei club europei (Eca) e il sindacato internazionale dei giocatori (Fifpro) si sono espressi in suo favore”, ha dichiarato Abete.
”Questa situazione di proprieta’ di terzi sui giocatori non esiste ovviamente in Italia, per via della legge 91. Ma esiste in alcuni Paesi europei, come il Portogallo, oltre a varie nazioni del Sudamerica, o altrove nel mondo. Proprio per questo motivo la riforma va attuata in stretta collaborazione con la Fifa”, ha concluso Giancarlo Abete.
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