E’ stata arrestata ieri sera dalla Squadra Mobile della Questura di Roma, Sabrina Minardi, ex fidanzata del boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per cumulo pene. Dovra’ scontare sei mesi di pena residua in una comunita’ di recupero per tossicodipendenti. Questo quanto deciso dal tribunale di sorveglianza di Roma, alla luce del cumulo materiale di ben cinque sentenze definitive di condanna per reati legati agli stupefacenti. Alla supertestimone del caso Orlandi, fino a oggi in regime di protezione, restano cosi’ da espiare sei mesi di reclusione, tolti i tre anni di indulto e quanto gia’ scontato tra detenzione domiciliare e carcere. Già moglie del calciatore Bruno Giordano, la Minardi era balzata agli onori della cronaca per il legame con uno dei boss della banda della Magliana, ‘Renatino’ De Pedis, assassinato il 2 febbraio del 1990 in un agguato vicino Campo dè Fiori, ma, soprattutto, per le rivelazioni fatte, nel 2006 e poi in questi ultimi mesi (precisamente il 14 marzo scorso) sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza rapita a Roma il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata. Grazie anche alle rivelazioni fatte in passato dalla Minardi, gli inquirenti hanno identificato e iscritto nel registro degli indagati tre persone. Si tratta di Sergio Virtu’, 49 anni, indicato dalla supertestimone come l’autista di fiducia di Renatino, Angelo Cassani, 49 anni, detto ”Ciletto” e Gianfranco Cerboni, 47 anni, detto ”Giggetto”. I tre avrebbero avuto un ruolo attivo nel rapimento della Orlandi. Minardi, ex compagna di De Pedis, era stata ascoltata in procura, per oltre due ore, il 18 marzo scorso. La donna ha effettuato, alla presenza del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del pm Simona Maisto, un confronto con Assunta Costantini che secondo gli inquirenti era colei che gestiva le chiavi dell’appartamento di via Pignatelli, nel quartiere Monteverde di Roma, dove sarebbe stata tenuta segregata Orlandi secondo quanto affermato in passato da Sabrina Minardi. Una vita pericolosa quella di Sabrina Minardi, negli anni ruggenti della mala romana, quelli immortalati in ‘Romanzo criminale’. Davanti le sono passati fiumi di soldi, droga, e, stando ai suoi racconti, una bella fetta dei misteri d’Italia: “Mi ricordo che una volta – ha raccontato ai magistrati – Renato portava sempre delle grosse borse di soldi a casa. Sa, le borse di Vuitton, quelle con la cerniera sopra. Mi dava tanta di quella cocaina, per contare i soldi dovevo fare tutti i mazzetti e mi ricordo che contò un miliardo e il giorno dopo lo portammo su a Marcinkus”, ovvero al numero uno dello Ior, la banca del Vaticano, una banca senza sportelli dall’immenso potere finanziario, ramificata anche nel settore privato. All’inizio degli anni ottanta, il nome di Marcinkus fu collegato a scandali finanziari come il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Il nome del monsignore è stato accostato anche a personaggi discussi come Michele Sindona o il “venerabile maestro” della P2, Licio Gelli. Poi le cene a casa di Andreotti. “Renato ricercato, siamo andati su … eh … accoglienza al massimo … c’era pure la signora …la moglie … una donnetta caruccia … ovviamente davanti non parlavano di niente”. Nel 1994 Sabrina Minardi venne rinviata a giudizio dal sostituto procuratore della Repubblica di Prato, Pietro Lamberti, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’induzione e allo sfruttamento aggravato della prostituzione. Le indagini presero il via nel 1991 quando la polizia scoprì in città due case di appuntamento frequentate da tre prostitute brasiliane e altrettante colombiane. Nel 2008 la sua famiglia tornò all’attenzione della cronaca perché la figlia, Valentina Giordano, fu protagonista, insieme al fidanzato Stefano Lucidi, del tragico incidente sulla Nomentana, in cui morirono Alessio Giuliani e la sua ragazza Flaminia Giordani. Dopo anni di psicofarmaci, alcol e cocaina, non è più la bella ragazza che andò in sposa al re del gol, quasi 30 anni fa e fu l’amante di uno dei bos della Magliana, ma lo spirito, dicono quelli che lo conoscono, è sempre indomito e non spezzata la voglia di vivere sempre al massimo.
Carlo Di Stanislao
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