In realtà la costituzione del Tavolo corilicolo nazionale, che ha permesso la realizzazione del Piano, è nato dall’esigenza di affrontare le molteplici problematiche che negli ultimi anni si sono venute a creare in questo settore. Problemi ancor più evidenziati dalla grave crisi in cui versa il comparto delle nocciole, coltura considerata “minore”, con enormi ripercussioni economiche sui produttori, sugli operatori della filiera e sui territori di produzione, crisi peraltro da attribuire non alla qualità del prodotto italiano, bensì al massiccio ingresso in Italia di nocciole, soprattutto turche, di minor qualità ed a prezzi inferiori a quelli italiani.
Per arrivare alla realizzazione del Piano di settore è stato creato uno “Steering commitee”, con funzioni di coordinamento, che ha discusso le analisi elaborate dai tre gruppi di lavoro specifici: “Commercializzazione e problematiche economiche”; “Marketing territoriale e valorizzazione”; “Tecniche di produzione, ricerca e difesa”, nei quali i partecipanti al tavolo si sono suddivisi in base alle reciproche competenze. A sua volta il gruppo “Tecniche di produzione ricerca e difesa” è stato suddiviso in tre sottogruppi: “Tecniche colturali e miglioramento genetico e scelte varietali”, “Difesa ed avversità”, “Meccanizzazione, post raccolta e fonti rinnovabili”.
Tale lavoro ha visto la partecipazione attiva di tutti gli operatori del comparto: dalle Organizzazioni professionali alle Organizzazioni dei produttori riconosciute sul territorio nazionale e relative Unioni nazionali, agli operatori del commercio e della trasformazione industriale e infine dai rappresentanti delle Regioni dove sono localizzati i distretti produttivi più importanti: Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia oltre che le strutture di ricerca del Cra, univeristarie e regionali.
Gli obiettivi “strategici” del Piano dovrebbero avere delle ricadute concrete sulla filiera e riguardano principalmente: la verifica con i servizi dell’Unione europea del nuovo regime di sostegno turco e l’istituzione, per la corilicoltura europea, di misure proporzionate all’intervento del Governo turco, che tenga in considerazione la diversità dei costi di produzione; la verifica della presenza di residui di fitofarmaci non ammessi nell’Unione europea, aumentando i controlli e/o potenziando le strutture preposte ai controlli delle partite importate nel territorio nazionale in stretta collaborazione con il ministero della Salute, autorità nazionale competente; l’utilizzo delle possibilità offerte dal Reg. 1698/2005 sullo Sviluppo rurale in ordine alla riclassificazione delle aree agricole includendo tra le zone svantaggiate anche alcune più “difficili” in cui tradizionalmente si coltiva nocciolo, anche attraverso la proposizione in sede comunitaria di una revisione del plafond nazionale disponibile per la classificazione delle zone svantaggiate; l’istituzione di un Osservatorio dei prezzi e dei dati statistici che consenta il monitoraggio continuo delle condizioni di mercato nonché valutare la possibilità che il medesimo Organismo possa divenire un forum permanente per le problematiche del settore; l’indicazione obbligatoria di origine del prodotto anche sui trasformati e derivati, a tutela della qualità delle nostre nocciole; la valorizzazione e promozione della nocciola italiana e dei suoi territori di produzione, attraverso iniziative di comunicazione del prodotto/territorio mirate a livello nazionale ed internazionale; il potenziamento della ricerca pubblica indirizzandola verso lo studio di nuovi formulati per colture come il nocciolo, giacché le aziende private poco investono in questo comparto considerato per loro “minore”, considerando anche che la revoca progressiva a livello comunitario dei prodotti fitosanitari, tuttora considerati strategici per la difesa qualitativa delle nostre produzioni, rende sempre più difficile poter competere con la produzione estera.
Sono già in corso le riunioni di coordinamento per stabilire “cosa e come fare” sul territorio valutando attentamente le azioni e gli obiettivi previsti dal Piano. Ovviamente il fulcro del coordinamento è lo “Steering committee” ove vi sono i rappresentanti delle quattro regioni ed i coordinatori dei gruppi tecnici che hanno lavorato in piena sintonia tra loro per la stesura del Piano.
Le decisioni del Comitato di coordinamento sulle azioni da realizzare verranno infine portate al Tavolo di filiera del corilicolo per l’approvazione finale.
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