Per i profughi arrivati in Emilia-Romagna durante la cosiddetta emergenza Nord Africa sono le ultime ore. Entro questa sera tutti i profughi ancora in Regione, 1.500 circa, dovranno fare le valigie e abbandonare i centri di accoglienza che li hanno ospitati per quasi 2 anni. Qualcuno tenterà la fortuna all’estero, altri rimarranno, molti di loro senza casa né lavoro. Ovunque la situazione è di estrema incertezza, tra disguidi burocratici e risorse che non ci sono.
“L’emergenza sarà anche chiusa per il governo. Per noi invece si apre ora”. A parlare è l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Piacenza, Giovanna Palladini. “Abbiamo consigliato a tutti i 74 migranti di accettare i 500 euro offerti dal governo – racconta l’assessore – Il timore è che dopo un breve periodo queste persone tornino a orbitare in città. La situazione potrebbe sfuggire di mano”. Le ragioni dell’allarme di Palladini risiedono in una scelta di fondo che l’assessore non esita a definire disastrosa. “I 2 governi precedenti hanno tenuto in vita 2 programmi di accoglienza paralleli e distinti, lo Sprar per i richiedenti asilo e i rifugiati di lunga data, e l’Ena per quelli arrivati durante la guerra di Libia. Adesso l’Ena viene dichiarato chiuso dal governo, ma le persone accolte fino a oggi non spariranno di certo nel nulla”. L’unica possibilità per i 74 migranti piacentini è ora quella di tentare di inserirsi nello Sprar, “ma in città abbiamo solo 15 posti finanziati. La risposta ai loro problemi non sarà certo immediata, ma questa è l’unica via”.
Anche a Reggio Emilia le cose non vanno benissimo. “Molti migranti non hanno ancora ancora ricevuto il titolo di soggiorno e il titolo di viaggio. Cosa succederà domani non lo sappiamo, burocraticamente la situazione è terribile”, spiega Federica Zambelli dell’associazione Città Migrante. Tra Reggio e provincia i migranti inseriti nell’accoglienza sono un centinaio. A breve ci sarà la consegna dei 500 euro previsti. C’è però un problema. “Ad alcuni di loro non sono stati rilasciati tutti i documenti e gli è stato detto di recarsi nella propria ambasciata per richiedere il passaporto. Peccato che costi centinaia di euro”. L’impressione di Città Migrante è che molti, tra i 100 migranti presenti in provincia, non lasceranno le proprie strutture almeno per i primi giorni di marzo. “E dove dovrebbero andare?”, si chiede Zambelli.
Situazione preoccupante anche a Modena, dove a poche ore dalla chiusura del programma di accoglienza ancora non sono arrivati i documenti previsti. “Sono 32 i rifugiati ancora in carico arrivati a Modena con l’Emergenza Nord Africa – spiega l’ufficio stampa del Comune – Sollecitiamo un rapido rilascio del permesso di soggiorno a coloro che ancora non l’hanno ricevuto, nell’attesa il Comune di Modena coprirà le spese per l’ospitalità di queste persone, come faranno la maggior parte delle Amministrazioni”. A Rimini le cose sono invece andate meglio. “Molte cooperative hanno fatto un buon lavoro, hanno inserito gli ospiti in programmi lavorativi e offerto loro autonomia abitativa. Ci sono però ancora una trentina di persone che non sanno che fine faranno”, racconta Federico Colomo dell’associazione Rumori Sinistri.
Giovanni Stinco
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