E’ stata rilasciata oggi la missionaria americana Laura Silsby, arrestata il 29 gennaio scorso ad Haiti, mentre tentava di espatriare illegalmente con 33 bambini haitiani, rimasti soli in seguito al terremoto del 12 gennaio. Laura Silsby è stata scarcerata da un giudice haitiano dopo che l’accusa di sequestro di persona, ipotizzata nei suoi confronti, è stata derubricata a quella di espatrio clandestino. Lo ha rivelato il pubblico ministero, Joseph Manes Louis. La donna era stata arrestata con altri 9 connazionali mentre stavano cercando di portare illegalmente nella confinante Repubblica dominicana 33 bambini haitiani tra i due ed i 14 anni di età. I 10 americani avevano dichiarato di far parte di una organizzazione umanitaria della Chiesa battista con sede nello stato dell’Idaho e sostenuto di avere agito per aiutare i bambini nella tragica situazione seguita al terremoto. Otto dei 10 americani erano stati scarcerati il 17 febbraio, il nono era stato liberato l’8 marzo. Nel corso delle indagini era invece emerso che Laura Silsby, portavoce del gruppo, aveva cercato di organizzare altri trasferimenti di bambini haitiani nella Repubblica dominicana, senza le necessarie autorizzazioni. Per questo la donna è stata trattenuta fino ad oggi. Sempre oggi e sempre relativa ad una donna, un’altra notizia su Haiti, che pare dimenticata (come spesso accade sui media), a 5 mesi dal devastante sisma. La cantante italiana Laura Pausini, dopo la grande raccolta fondi con il progetto musicale Artisti Uniti per L’Abruzzo, si prodiga per il sisma di Haiti, decidendo di devolvere il ricavato delle vendite dei suoi album, per la popolazione dell’isola caraibica, durante la cerimonia per il conferimento del premio “Best Female Selling Italian Artist” ai World Music Awards 2010. E non basta circa la generosità della nostra cantante che, solo qualche settimana fa, aveva annunciato la sua partecipazione al progetto benefico ideato dall’artista Beto Cuevas per il Cile, colpito anch’esso da un disastroso e già dimenticato terremoto. Saremo diventati anche cinici, ma questi gesti (la liberazione per depenalizzazione e le buone intenzioni con tanta pubblicità), ci convincono ancor meno di certe operazioni di vetero-comunisti come il Goddard di “Socialisme”: una babele linguistica che intreccia francese, inglese, tedesco, italiano, russo e persino “gattese”, per percorrere non solo il Mediterraneo da Odessa alla Palestina, ma anche una melanconica narrazione di un modo di vedere le cose ormai esangue e finito e a cui nessuno più crede, simboleggiato da una tristissima Patti Smith, che si aggira con la sua chitarra nel disinteresse generale, perché non ha fatto la svolta di devolvere introiti, in presa diretta e mondiale, a qualche derelitto.
Carlo Di Stanislao
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