Nella provincia di Teramo ricade la parte più bella del Gran Sasso d’Italia e cioè di quell’Appennino centrale moto simile a quelle meravigliose Dolomiti, dove valide amministrazioni locali han fatto prosperare e arricchire paesi posti a altezze ai camosci che all’uomo.
Noi abruzzesi, e sopratutto teramani, sarebbe ora che cominciassimo a nutrire quelle ambizioni da buoni amministratori delle montagne e non solo per evitare l’emorragia dell spopolamento dei paesi posti oltre una certa altitudine. Sarebbe il caso, insomma, non solo di provvedere a un piano d’emergenza per salvare il turismo che c’è, ma anche di cominciare a comprendere quelle particolari vocazioni di sviluppo economico che la montagna può offrire insieme a pregi e bellezze. E’ quanto appena esposto che i “politici” non riescono a credere per ignoranza. Ignoranza nel senso che ignorano e esperienze di chi ha frequentato tanta montagna oltre alla nostra.
Sono tanti ormai i turisti abruzzesi delusi dalla differenza che c’è tra le più rinomate stazioni sciistiche prosperose di benessere in ogni stagione e il degrado dei paesi alle falde del Gran Sasso che paiono destinati alla desertificazione assoluta.
Occorrerebbe attrezzare e investire sui borghi montani ma questo non accade sopratutto per la mancanza di conoscenza dell’Appennino abruzzese e delle sue problematiche. Le potenzialità ci sono visto che sulla montagna simbolo dell’Abruzzo sarebbe possibile convogliare flussi di turismo per tutto l’anno.
I Prati di Tivo, località fornita di strutture turistiche come piccoli e grandi alberghi, residence, ristoranti e case per la villeggiatura potrebbe essere il volano dello sviluppo. Bisogna divulgare la storia dei Prati che nascono dalla capacità di un grande Sindaco di Pietracamela il dottor Panza. Tuttavia oggi, dopo le glorie del passato , la stazione turistica è in via di abbandono e degrado. La stessa Pietracamela è oggi a rischio desertificazione.
Tanta rovina è comunque combattuta da pochi appassionati di bellezze naturali che lavorano perchè possa emergere qualche politico lungimirante capace di ribaltare la situazione.
Con i fondi che potrebbero essere preferiti attraverso buoni progetti di opere fondamentali allo sviluppo la montagna potrebbe tornare a vivre grazie alla creazione di posti di lavoro.
Come già detto ai Prati di Tivo bisognerebbe far funzionare a pieno quel che già c’è ma intorno i turisti troverebbero solo desolazione. Mancano le strade e i collegamenti veloci da Roma,alcune nuove piste, un grande parcheggio e i mezzi necessari alla produzione di neve naturale.
Negli ultimi cinquanta anni non è mancato solo il denaro ma anche lo spirito d’iniziativa, volontà e comprensione. Un’abulia collettiva inguaribile.
Auspico un collettivo ravvedimento da ignoranza e menefreghismo.
Fernando Di Filippo
Lascia un commento