E’ morto a 84 anni Don Andrea Gallo. Si è spento nella sua comunità di San Benedetto al Porto, a Genova, che aveva fondato. L’annuncio sul suo profilo facebook: “Alle ore 17.45 il cuore di Don Andrea Gallo ha cessato di battere, la comunità San Benedetto e idealmente voi tutti siamo stretti intorno a lui”. Già dalla mattina la preoccupazione per il suo stato di salute era alta. Nei giorni scorsi il sacerdote era stato ricoverato in ospedale e poi era tornato nella Comunità di San Benedetto al Porto. Ieri sempre su facebook l’annuncio dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. “Ci rivolgiamo a tutte le persone che vogliono bene a Don Andrea Gallo, lo facciamo con la mitezza e il rispetto che in questi giorni hanno accompagnato la fragilità della sua salute. Lo facciamo per dire a voi tutti che le condizioni di Don Andrea si sono aggravate e che è monitorato, ora per ora, attraverso un’ assistenza medica domiciliare, nella sua comunità San Benedetto al Porto”. Tanti i messaggi e i saluti affidati alla rete per salutare don Gallo, ”prete di strada”: ciao Don… buon viaggio.
“Un uomo profondamente libero e generoso. E un uomo di chiesa, molto più prete di quanto sia stato considerato dall’esterno”. E’ il primo commento di don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, subito dopo la morte di don Andrea Gallo, avvenuta oggi pomeriggio alle 17.45 nella sua Comunità di San Benedetto al Porto a Genova.
Don Vinicio aveva vissuto con don Andrea numerose vicende legate all’emarginazione sociale dagli anni 80 in poi, soprattutto all’interno di quel Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza (Cnca) che entrambi avevano contribuito a fondare insieme ad altri “preti di strada” come don Ciotti, don Rigoldi, don Clauser ecc.
“Don Andrea – dice Albanesi – ha vissuto una esperienza comune a molti, che pur senza l’approvazione delle autorità cominciarono a dedicarsi ai ragazzi più in difficoltà. Lui lo ha sempre fatto con estrema generosità, con la capacità di instaurare un rapporto speciale con i giovani: un dialogo fatto di vicinanza, buona volontà, tolleranza e continuo stimolo culturale”.
“Dall’esterno si potrebbe pensare che ebbe rapporti difficili con la chiesa – continua don Vinicio – ma in realtà don Andrea aveva un legame strettissimo e di grande affetto con il cardinale di Genova Siri, che lo stimava pur avendo un’impostazione del tutto diversa. E con la sua Comunità ha scelto di legarsi alla parrocchia di San Benedetto al Porto, mantenendo col parroco un rapporto fraterno fino alla fine”.
Insomma, don Gallo “era molto più prete di quanto apparisse: al di là del linguaggio e delle provocazioni aveva semplicemente una grande apertura a tutte le situazioni umane, ma sempre profondamente radicata nel Vangelo. Aveva un concetto ampio dell’accoglienza, accettava tutti senza imporre regole, limiti, schematismi di tipo terapeutico. E va giudicato per quello che ha fatto, per la sua libertà e la sua generosità”. (st)
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