Orizzonti cupi e lontani

La conferma, in appello, della condanna di Silvio Berlusconi al processo Mediaset, quella ad un anno nel processo Unipol-Bnl per “concorso morale” alla violazione del segreto e alla sua pubblicazione, quantomeno attraverso il “tacito assenso, oltre alla pierga presa dal processo Ruby, rendono fosco il cielo del Cavaliere, che sin’ora aveva rintuzzato con sucesso gli […]

La conferma, in appello, della condanna di Silvio Berlusconi al processo Mediaset, quella ad un anno nel processo Unipol-Bnl per “concorso morale” alla violazione del segreto e alla sua pubblicazione, quantomeno attraverso il “tacito assenso, oltre alla pierga presa dal processo Ruby, rendono fosco il cielo del Cavaliere, che sin’ora aveva rintuzzato con sucesso gli attacchi della magistratura ed ora vede che il fortino comincia a cedere, progressivamente.

Il partito fa quadarato e le sue testate gridano allo scandalo, facendo intendere che se continua ad essere sotto attacco da parte della “magistratura rossa”, il Cavaliere potrebbe decidere di far cadere il governo e di tornare al voto visto che i sondaggi lo collocano in vetta, facendo tremare il Pd che ha trovato una momentanea pace nella stabilità di un governo alla cui testa c’è il suo vicesegretario e che, almeno per 18 mesi, dovrebbe lavorare, indisturbato, alle riforme, soprattuto elettorale, della costituzione (con un possibile semipresindezialismo alla francese) e sul lavoro.

Il pericolo, avvertono Il Sole e Il Corriere, è duplice: la irritazioone ora concitata del Cavaliere ma anche la confusione in seno al Pd, con vari suoi esponenti che paiono cercare una convergenza con la “massa” dei Grillini e la impossibilità di comprendere chi comanda davvero nel partito.

Napolitano, per questo, continua a ricordare l’urgenza di avviare le riforme e si realizzino dei provvedimenti urgenti per lavoro ed economia.

Letta ne è consapevole, ma avverte il pericolo è che la tensione sottintesa nella coalizione, tanto a destra che a sinistra, renda complicate anche le cose più facili.

La “persecuzione giudiziara” nei confronti di Berlusconi (che deve anche vedersela con i giudici di Salerno circa la compra-vendita di voti), ma anche l’incerteza nelle file di un Pd sempre più esploso ed atomizzato, rendono l’orizzonte lontano da schiarite.

A me pare di scorgere il mondo descritto dal calabrese Nicola Petrizzi, un mondo sofferto e senza uscite: emozioni violente, accompagnate da catene di immagini in sovrapposizione, sensazioni di attrazione e repulsione, con accelerazioni ritmiche e quasi fibrillazioni, che ci rendono inqueti mentre la povertà avanza.

Il senso corale del dramma annulla la parola, cancella i possibili sbocchi di luce, proibisce gli scherzi del colore, toglie il respiro e lascia, incatenati ad una sorta di stato di onirico, spaventoso, continuo e permanente.

 Carlo Di Stanislao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *