Finalmente, dopo tre inutili tentativi a quasi 40 giorni dal disastro, l’espediente messo in campo dalla BP per chiudere la falla di petrolio nel Golfo del Messico, che ha già causato una dei più grande disastro ecologico di sempre, sembra funzionare. La soluzione, chiamata “Top kill”, composta da un tappo con funghi ad alta densità, è stata collocata ieri sopra alla falla in fondo al mare e, per ora, è riuscita a fermare il torrente di petrolio che da 38 giorni sputa con violenza dai 2 ai 4 milioni di litri al giorno. La tecnica consiste nell’inserimento di una densa sostanza fluida nella sorgente per ridurre a zero la pressione del petrolio e del gas in uscita e, una volta stabilizzata la pressione, nell’inserimento di cemento per sigillare la sorgente, ma, la stessa Bp, ha parlato di soluzione parziale e temporanea. Nel frattempo il governo Usa ha annunciato che la catastrofe ambientale ha ormai ufficialmente raggiunto per gravità quella causata dalla petroliera Exxon Valdez in Alaska nel 1989. Secondo le stime più ottimistiche dell’Us Geological Survey, infatti, la sorgente sottomarina avrebbe già riversato 260mila barili nel mare e nella più pessimistica la perdita totale potrebbe avere raggiunto i 540mila barili, il doppio della Exxon Valdez. Secondo le stime dell’Usgs, dalla falla sono usciti ogni giorno tra 12mila e 19mila barili ben oltre il doppio dei circa 5mila ammessi all’inizio da Bp. Il presidente Obama, inoltre, ha rifiutato le accuse rivolte alla sua amministrazione di aver lasciato il controllo delle operazioni di emergenza nelle mani di Bp, dicendo che ogni mossa della società viene approvata dalla Casa Bianca in anticipo.Se Top Kill dovesse smettere di funzionare, Bp potrebbe giocare la sua ultima carta: l’otturazione della valvola situata alla bocca della sorgente con detriti di gomma, un’operazione nota come “junk shot”. Tuttavia, come top kill, anche junk shot è una soluzione non permanente: il pericolo sarà interamente eliminato non prima di agosto, quando dovrebbero concludersi i lavori di trivellazione del pozzo sottomarino in un altro punto del fondale per ridurre del tutto la pressione vicino alla falla. E, per allora, invece di un posto fra i più belli del mondo, il Golfo del Messico sarà un vero e proprio cimitero, con argini secchi, composti dalle coste di Mississipi, Lousiana e Florida.
Carlo Di Stanislao
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