L’Abruzzo è ben lontano dall’uscire dalla crisi

Una crisi sempre più nera quella che affligge il Paese ed in particolare l’Abruzzo, un trend in calo da anni che riporta la nostra regione ai livelli del 1999 per quanto riguarda PIL, produzione, occupazione ed import export. Una situazione che desta sempre più preoccupazione è quanto emerge dal rapporto CRESA, il Centro Regionale di […]

Una crisi sempre più nera quella che affligge il Paese ed in particolare l’Abruzzo, un trend in calo da anni che riporta la nostra regione ai livelli del 1999 per quanto riguarda PIL, produzione, occupazione ed import export. Una situazione che desta sempre più preoccupazione è quanto emerge dal rapporto CRESA, il Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali delle Camere di commercio abruzzesi, riferito al primo trimestre 2013  presentato giovedì 6 Giugno in conferenza stampa. L’indagine è stata condotta su un campione di 424 imprese manifatturiere della regione e la conferma delle criticità dimostra che la fase di rescissione economica è ancora in pieno corso; per il quinto trimestre consecutivo infatti si registrano flessioni su base annua, sia pure di intensità generalmente inferiore rispetto al 2012.

-2,1% per la produzione, -1,6% per il fatturato,-2,2% di ordini interni e -2,7% per l’occupazione e dopo una variazione positiva per l’ultimo trimestre 2012 tornano a contrarsi anche l’export regionale -2,7% e gli ordini esteri -2,5%. Sono i mezzi di trasporto ad avere l’andamento migliore, anche se pure in questo settore aumenta la disoccupazione. il settore alimentare conferma il trend positivo dello scorso anno, in controtendenza con i dati nazionali. Il chimico farmaceutico e legno e mobili sono i settori che più subiscono il momento di crisi.

Per quanto riguarda le classi dimensionali meglio le grandi imprese, pur restando critico l’andamento dell’occupazione, mentre le imprese di piccole e medie dimensioni mostrano forti difficoltà soprattutto verso il mercato nazionale. L’analisi condotta sul territorio mostra infine come sia Chieti la provincia che fa registrare gli incrementi maggiori su base sia trimestrale che annua, Teramo la provincia con l’andamento congiunturale peggiore, L’Aquila quella con il peggior andamento tendenziale. Diffuse contrazioni anche per la provincia di Pescara che però segna i più consistenti incrementi di export. A pagare il prezzo più alto di questa crisi in Abruzzo sono le imprese artigiane, nonostante la questa si confermi una regione votata al manifatturiero ed il calo del 3% di PIL per il 2012, con stime al negativo (-2,2%) anche per l’anno in corso, fa precipitare   la nostra regione nelle ultime posizioni tra le regioni del meridione.

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Marco Sebastiani

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