Un’ordinanza del giudice del lavoro di Napoli non ha garantito al piccolo M., 5 anni e mezzo, affetto dalla rara ”sindrome di Sandhoff”, di accedere in tempi stretti alla terapia con il metodo stamina. M. e’ finito nella lista di attesa degli ”Spedali civili” di Brescia, al 17/esimo posto.
Se tutto andasse bene il padre oppure lo zio potrebbero sottoporsi al prelievo di cellule a settembre. Poi ci vorra’ un altro mese per il trapianto al bambino.
E intanto il 24 giugno il Tribunale di Napoli giudichera’ sul reclamo proposto dagli ”Spedali civili”, ai quali l’ordinanza del giudice del lavoro Carla Sarno, depositata il 24 aprile scorso, aveva imposto di curare M. con il metodo stamina.
”Attendiamo l’esito del reclamo – dice l’avvocato Eduardo Montella, che assiste la famiglia del piccolo M. insieme al collega di Venezia Marco Vorano – poi valuteremo azioni per ottenere l’esecuzione dell’ordinanza”.
Le condizioni di M., malato terminale, per il quale la terapia con cellule staminali adulte costituisce l’ultima labile speranza sono peggiorate. Ieri e’stato visitato dal responsabile dell’equipe di assistenza domiciliare ospedaliera regionale, dottor Antonio Maddalena, che potrebbe disporne il ricovero in ospedale a breve.
La madre, Simona, 32 anni, e’ sconfortata: ”abbiamo chiesto all’ospedale di Brescia di suddividere almeno la lista in adulti e bambini. In un primo tempo si sono mostrati disponibili, poi ci hanno detto che non era possibile. La legge sulle staminali approvata non ha risolto niente, ma si potrebbe provare a velocizzare le procedure burocratiche”.
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