“Col decreto emergenza siamo riusciti per la prima volta a strappare per L’Aquila un impegno concreto. Ma è chiaro che non basta. Dobbiamo arrivare alla nuova manovra finanziaria con una scelta chiara: o si trovano gli strumenti per creare sulla base delle risorse disponibili una leva finanziaria e arrivare al volume di 10 miliardi. O lo Stato mette direttamente questa cifra sul suo bilancio”: una strada ancora in salita quella della ricostruzione dell’Aquila per il numero uno del Pd nazionale, Guglielmo Epifani, in visita all’Aquila per incontro blindatissimo col gotha locale del partito – dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, al segretario regionale, Silvio Paolucci, al segretario provinciale dell’Aquila, Mario Mazzetti, alla senatrice Stefania Pezzopane e ancora Luciano D’Alfonso, Giovanni Lolli, Giovanni D’Amico, Giuseppe Di Pangrazio, Pierpaolo Pietrucci – e una conferenza stampa all’Hotel Canadian. Un cammino tanto più difficile in un paese dall’economia bloccata in cui l’uscita dalla crisi, secondo Epifani, è ancora lontana: “Credo che non dobbiamo illuderci che da qui alla fine dell’anno il paese possa riprendersi. Fino ad allora dobbiamo lavorare perché con la primavera possa riprendere effettivamente la nostra economia. Sono 6 anni che stiamo andando male, stiamo toccando il fondo e dobbiamo risalire”.
Ma quando si passa dal piano del “dovere morale e politico” a quello più pragmatico e tecnico, la partita ricostruzione diventa marcatamente europea. Con l’indice reiteratamente puntato da più parti in mattinata (da Epifani a Cialente a Pezzopane) all’articolo 35: “E’ un paradosso– ha dichiarato il segretario pd – scambiare per aiuto di stato un rimborso fiscale ad imprese che non esistono più o non sono più in grado di lavorare”. E ancora più chiaramente: “Spesso Bruxelles ci ha aiutati a dire una cosa e a trovare dei codicilli che ci impediscono di fare quella cosa e voi ne siete un esempio preciso”.
E tuttavia il nodo europeo resta ineludibile: “le decisioni che stanno maturando in Europa sono sicuramente d’aiuto a risolvere i problemi dei paesi che hanno difficoltà economiche e di bilancio. Bisogna però che siano poi conseguenti i fatti alle intenzioni e che quindi il lavoro del governo non si fermi ma continui. Abbiamo bisogno di investimenti per sostenere una possibile ripresa e da questo punto di vista è chiaro che con la manovra di bilancio dell’autunno bisognerà risolvere insieme dove trovare le risorse per sbloccare gli investimenti che servono ad un paese in piena crisi”. E tanto più al capoluogo ferito.
In soldoni, è il caso di dirlo, la questione aquilana è a sei zeri: “occorrono 10 miliardi per la ricostruzione. Col decreto emergenza – precisa Cialente – ne abbiamo trovati 1 miliardo e 200 milioni. Nei prossimi cinque anni abbiamo bisogno che qui arrivino 9 miliardi”. Cifre ribadite da Pezzopane che chiude in partenza qualsiasi discussione sui conflitti interni al partito locale: “qui c’è tutto il gruppo dirigente del Pd perché non c’è nessuna guerra nel pd dell’Aquila”. Una linea ribadita da subito dallo stesso Epifani che non risponde a domande sul caso Pietrucci e dintorni e glissa anche sulle querelle in quota al pd nazionale: “Se Renzi può dare una mano? Spero che diano una mano Renzi, Letta e tutti coloro che hanno la responsabilità oggi di risolvere i problemi di questa città. E comunque non è che Renzi dia una mano al pd, lui è del pd, non è contrapposto al Pd”. Più in generale, è all’Aquila per parlare della ricostruzione dell’Aquila, punto e basta. Nella consapevolezza delle colpe storiche: “Per la prima volta nella storia delle emergenze, all’indomani del sisma il governo del tempo non ha assicurato le risorse necessarie per ricostruire la città attraverso l’intervento dello stato”. E della peculiarità di un dramma paragonabile solo a quello del terremoto di Messina del 1908 per estensione delle zone colpite: “qui diversamente da altre zone terremotate, si deve ricostruire tutto”.
La visita di Epifani si è conclusa a fine mattina presso l’ex polo elettronico industriale, dove Epifani, accompagnato da Cialente, è stato accolto da una delegazione di rsu e maestranze in mobilità che chiedono di tornare a lavorare. Tra loro, anche la voce di chi, in questi giorni, ha sostenuto il pressing pro Lolli: di fronte un Epifani sorridente si è limitato a dire di conoscere Lolli personalmente, qualità comprese, restando in ascolto.
Elisabetta Viti
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