Un’invenzione australiana è destinata a rivoluzionare la fecondazione in vitro rimuovendo il fattore umano, e a migliorare le speranze di molte coppie che hanno difficoltà riproduttive.
Arriva dall’Australia, rileva Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, la notizia del primo “strumento di vetrificazione automatizzato”, chiamato Gavi, che servirà anche a ridurre drasticamente il tempo necessario per ordinare manualmente e congelare gli embrioni.
La vetrificazione è il processo di rapido congelamento degli embrioni per un uso successivo degli ovociti da parte delle donne.
Sam Lanyon General Manager della Genea Biomedx che ha realizzato il dispositivo ha detto che il robot Gavi consentirà di standardizzare un processo altamente manuale che è attualmente oggetto di errore umano.
Lanyon ha specificato che il “Gavi standardizza il processo di vetrificazione, il che significa che ogni singolo embrione in laboratorio viene trattato esattamente nello stesso modo ogni volta”.
“Nei laboratori di fecondazione in vitro in tutto il mondo, la vetrificazione è attualmente effettuata molte volte ogni giorno da embriologi, che richiede un alto livello di abilità manuale e che porta a variazioni nel modo in cui gli embrioni vengono trattati. Ciò che abbiamo fatto è creare uno strumento, un robot, che svolge automaticamente quel processo ad alta intensità di manodopera”.
“Una delle cose per le quali siamo molto entusiasti è che, standardizzando il processo di vetrificazione e garantendo che ogni embrione viene trattato nel modo migliore possibile, siamo in grado di migliorare i risultati e aumentare il numero dei pazienti che assumono a casa un bambino in buona salute”.
L’azienda una veterana nel campo di fecondazione in vitro perché opera nel settore da oltre 26 anni, ha inoltre, specificato, che vi è stato un intenso interesse per l’invenzione da parte della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia che terrà una conferenza a Londra questa settimana.
Lo scienziato e embriologo Tammie Roy ha detto alla conferenza di ieri che più di 5000 embrioni di topo erano stati testati attraverso lo strumento, restituendo risultati equivalenti a quelli ottenuti con l’attuale processo di vetrificazione manuale.
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