Nomen omen: un nome, un destino, poche lettere messe insieme che raccontano il carattere, la personalità di colui al quale il nome appartiene. Non sempre è vero, ma stavolta, nel caso di Angelo Cortelli, lo è, pienamente. Angelo è un nome composto da tre fonemi: an, “anima”, gea, “terra” e l “luce”, che assume il di un’anima che con la sua luce illumina la terra.Era un medico attento e capace ed un uomo generoso ed apprezzato da tutti. Angelo Cortelli, eletto sindaco di Scoppito nel 2007, volto noto ed amato in città, è morto nella notte, vinto da un terribile male, a soli 58 anni. Lo ricordano quanti, colleghi ed amici, ne hanno potuto apprezzare lo spirito, l’acume, la sottile, bonaria ironia, capace sempre di tramutarsi in saggezza ed ancorarsi ad una sana gioia di vivere. Muore giovane chi è caro agli dei ed Angelo era certamente caro al cielo. La camera ardente è stata allestita nel Comune di Scoppito ed è stata, già dalle prime ore del giorno, meta di una folla numerosa ed attonita. Profondo cordiglio ha espresso sia l’amministrazione comunale di Scoppiato, sia Stefania Pezzopane, Vicepresidente della Provincia ed amica da sempre di Angelo. A loro dolore si uniscono i colleghi dell’Ospedale S. Salvatore dove il dott. Cortelli ha lavorato per più di trenta anni e il Consiglio dell’Ordine Provinciale dei Medici, a partire dal Presidente Prof. Maurizio Ortu. Sembra quasi che nella società odierna non ci sia posto più per il lutto, per una fase emotiva che è necessaria per salutare dentro e fuori di noi una persona o una situazione. Questa lutto, che viviamo, è l’ultimo lascito di Angelo, un estremo insegnamento al superamento del trauma e della macerazione, per lanciarsi ancora nella vita. Nell’angelologia rabbinica un angelo non può compiere più di una missione nello stesso momento ed allora mi viene di pensare che il nostro Angelo, compiuta questa sua missione di conforto terrestre, sia stato chiamato altrove ed ad altri compiti, ma ciontnui ad illuminarci in questo momento di buio, di lutto e di macerie, ricordandoci con l’esempio, che mai ci si deve piegare o disperare.
Carlo Di Stanislao
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