Era degli smartphone: libertà reale o violazione della privacy?

E’ finita l’era dei telefonini cellulari usati per telefonare ed inviare sms? Pare di sì con l’arrivo degli smartphone, piccoli pc tascabili con numerose app che si possono scaricare. Quanto incidono questi oggetti sulla nostra vita di tutti i giorni? Una delle possibili risposte è stata data dalla Kingston Technology, il più noto produttore indipendente […]

E’ finita l’era dei telefonini cellulari usati per telefonare ed inviare sms? Pare di sì con l’arrivo degli smartphone, piccoli pc tascabili con numerose app che si possono scaricare. Quanto incidono questi oggetti sulla nostra vita di tutti i giorni? Una delle possibili risposte è stata data dalla Kingston Technology, il più noto produttore indipendente di memorie al mondo, la quale ha invitato gli italiani a partecipare ad un sondaggio: il 33,3% degli intervistati riconosce di servirsi dei cellulari per attività social su Facebook, Twitter, Instagram e così via. Il 26,4% li utilizza per chattare su Whatsapp mentre il solo il 9,7% si limita all’invio di sms. Sempre dal sondaggio si rileva che il 32,9% ammette che la perdita più triste sarebbe quella del proprio smartphone.
Alla luce di queste considerazioni appare difficile, per chiunque ne possiede uno, rinunciare a questo oggetto, quale smartphone, fino al punto di modificare le abitudini personali.
Vivendo in questa era degli smartphone non c’è più necessità di navigatori satellitari, di macchine fotografiche, scanner, videocamere e altro.
Quello che sorprende è la modalità di comunicare che subisce una metaformosi in modo repentino da non avere il tempo di assaporare pienamente un oggetto tecnologico che ne arriva subito un altro: ora si preferisce mandare un messaggino su whattsapp piuttosto che telefonare in quanto è gratis e più veloce. Si è sempre connessi con i nostri profili social aggiornando stati in tempo reale.
Oramai è diventata quasi una consuetudine vedere giovani e meno giovani con uno di questi aggeggi in mano al ristorante, a scuola e persino per strada.
Non ha importanza dove ci troviamo o cosa facciamo: lo smartphone è sempre con noi e forse…in noi. Una presenza che testimonia quel “io c’ero” in qualsiasi luogo od evento. Solo “io c’ero”, anche “lui/lei c’era” o “loro c’erano” violando la privacy a loro insaputa?
Che cosa è effettivamente lo smartphone?
Libertà ma anche violazione privacy degli Altri.
Altri che sono Persone e non oggetti.

Roberta Masci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *