“Le vicende di questi giorni tra conferme e smentite, ci inducono ad ascoltare, possibilmente nella giornata di domani, il direttore generale della rai, Mauro Masi”. Lo ha detto il presidente della Commissione di vigilanza Rai, Sergio Zavoli, nel corso della seduta per la discussione del parere sul Contratto di servizio. “L’audizione di Masi sarà utile per avere a quel livello di responsabilità risposte per garantire serenità e certezza, con l’assunzione di provvedimenti – ha aggiunto Zavoli – che mettano ordine in vicende che ci inquietano. Occorre che i nuovi ingressi di talenti nella Rai avvengano sulla base di regole che rappresentino il nuovo volto dell’azienda pubblica. Avrà un valore significativo, in questo senso, anche la questione della trasparenza degli stipendi”. Le agenzie battono una sequela di notizie, la cui delicatezza e urgenza impone, da parte nostra, una conoscenza fondata dei problemi che affliggono la Rai e investono, di conseguenza, le prerogative del servizio pubblico”, ha aggiunto Zavoli , in apertura della seduta della Commissione di Vigilanza. “Va da sé – ha affermato – che tra notizie certe e altre smentite, ciascuno per la sua parte, a iniziare dal vertice dell’azienda, dovrà aggiornare lo stato dei problemi su cui si interrogano Parlamento, Governo e Paese”. Tutto questo in chiara relazione con in reitengro alla direzione di Rai Tre di Paolo Ruffini, deciso all’unanimità dal Cda su proposta del direttore generale Mauro Masi, in ottemperanza della decisione del giudice del lavoro, ma con riserva rispetto alla decisione del ricorso già avviato dalla Rai. Quanto all’altro direttore, Antonimo Di Bella, sempre di area piddina, , ma di rito bersaniano e non catto-progressista (come ha scritto il giornale), è stato posto alla dirette dipendenze di Masi, ma non certo licenziato. Insomma, dopo quella di Santoro, un’altra brutta vicenda per la Rai di sinistra. Vedremo come il Cda se la caverà circa una terza questione: lo show di Roberto Saviano con Fabio Fazio, con titolo previsto “Vieni via con me”. Il programma, previsto per il mese di novembre prossimo, era stato annunciato dal capostruttura di Raitre, Loris Mazzetti quando ha presentato il nuovo programma della rete, “Quelli di caterpillar” in onda dal 5 giugno alle ore 14,50. Dopo alcune ore è arriva la smentita e forse “Vieni via con me” non andrà mai in onda. Ma dopo molta incertezza, martedì sorso, si è appurato che non tutte le quattro serate verrebbero tagliate, ma solo due: quella relativa alla situazione del dopo- terremoto a L’Aquila e la puntata speciale dedicata ai rifiuti in Campania. Saviano ha fatto sapere al quotidiano La Repubblica che: “Se tolgono due puntate non vanno in onda neppure le altre“. E fioccano le polemiche, si schierano i partiti, si infuocano gli animi, senza, per ora, arrivare a nulla. Filippo Rossi, direttore di Farefuturo, la rivista online che fa riferimento ai giovani simpatizzanti di Gianfranco Fini, dichiara sull’editoriale web: “Meglio puntare su nani e ballerine” e, credo, abbia colto il senso vero di certe operazioni in Rai. Intanto, mentre Calderoli si indigna per lo stipendio dei calciatori, “il Fatto Quotidiano”, pubblica il borsino degli stipendi d’oro della Rai. Oltre ai 400.000 euro di Floris e ai 75.000 di Santori, vi sono ben altri, insospettabili (miga tanto), Paperoni: Bruno Vespa (aquilano a corrente alterna), con 1 milione 200 mila euro lordi per 100 puntate di Porta a Porta (con gli extra arriverebbe a 2 milioni e 100 mila euro); il conduttore di Che tempo che fa, Fabio Fazio (2 milioni di euro circa); Simona Ventura (1 milione e 200 mila euro circa più bonus); Antonella Clerici (1,5 milioni di euro il vecchio contratto, ritoccato però dopo la conduzione di S a n re m o ). E stanno benino anche gli alti dirigenti come il presidente Garimberti (448 mila euro) e del direttore generale Mauro Masi (715mila). Anche ricevendo la tremontiana sforbiciata del 10%, qualcosa di paragonabile a quanto un professore impiega dieci anni a guadagnare. Davvero sinistra questa Italia e questa Rai.
Carlo Di Stanislao
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