E’ di 1,8 miliardi di euro, di cui 650 milioni dalla sola Ue, la promessa di aiuti che la comunita’ internazionale fa alla Somalia per la ricostruzione politica e sociale di un paese devastato dalla guerra civile. Lo riferisce il ministero degli Esteri in una nota. L’Italia – come annunciato dal Ministro Emma Bonino – partecipera’ agli sforzi con un impegno di 9 milioni gia’ per il 2013 che va ad aggiungersi ad una significativa e concreta presenza della Cooperazione italiana nel Paese. L’impegno finanziario e’ il risultato piu’ concreto della Conferenza di alto livello “Per un ‘new deal’ in Somalia” organizzata dall’Unione Europea a Bruxelles. Attorno al tavolo, i 28 paesi dell’Unione, ma anche tutti rappresentanti dei ‘big’ del mondo (Usa, Cina, Russia, Giappone, Turchia e molti paesi del Golfo ma non l’Arabia Saudita) e le grandi istituzioni internazionali (dall’Onu al Fmi, dall’Unione Africana all’Ocse e la World Bank). Il ministro Bonino che ha partecipato alla Conferenza non ha nascosto le difficolta’, pur sottolineando il ‘passo in avanti’’ compiuto dalla Conferenza di Bruxelles.
“La situazione – ha detto – e’ migliore di un anno fa, ma bisogna prendere atto dei dati positivi senza far finta di non sapere che ci sono ancora un sacco di problemi”. La sfida principale e’ quella di ricostruire praticamente da zero un impianto statale che si fondi sullo stato di diritto e dal riconoscimento dei diritti umani, a cominciare da quelli delle donne. Il capo della diplomazia italiana ha definito come “essenziale” il progresso politico tra il governo centrale e le autorita’ locali, considerato “premessa essenziale” per la stabilita’ del Paese e per i progetti di costruzione delle istituzioni di dello sviluppo economico. L’accordo siglato nei giorni scorsi tra il governo federale somalo di Mogadiscio e l’amministrazione autonoma dello Giuba guidata da Ahmed Madobe, e’ stato definito da Bonino come “un importante passo avanti” che dovrebbe essere seguito da accordi simili con le altre province somale. Il ministro ha poi ricordato come la sicurezza sia ancora il punto debole del paese e debba essere l’obiettivo primo del processo politico. Ed ha sottolineato come “cruciale” il rispetto dei diritti fondamentali assieme al rispetto dei diritti delle donne, incluso l’accesso all’istruzione. Bonino ha posto l’accento sull’ esecuzione degli accordi: l’ Italia presiederà insieme all’Etiopia la sessione Igad del 26 Settembre alle Nazioni Unite e nei prossimi giorni il presidente somalo sarà a Roma, occasione per discutere nel dettaglio gli sviluppi dei prossimi mesi.
La strategia della cooperazione italiana nei confronti della Somalia si è sinora basata su un triplice approccio: di sostegno alla popolazione (attraverso programmi di emergenza o comunque concentrati nei settori di maggiore impatto, a cominciare dal sanitario); di supporto alle istituzioni federali governative, con programmi di Capacity Building e sostegno alla ricostruzione; di advocacy e coinvolgimento della Comunità Internazionale (sia a livello di singoli donatori che di UE e di organizzazioni internazionali).Tale strategia, si prefigge di accompagnare in maniera concreta il passaggio dagli interventi di emergenza a quelli di sviluppo di medio periodo.
Restano solidi i legami tra la società civile del nostro Paese e la Somalia, anche attraverso il contributo della diaspora e la sua radicata presenza in Italia. Pur non beneficiando in molti casi di contributi diretti da parte della Dgcs, importante e continuativa è la presenza delle Ong italiane, tra cui Cesvi, Cisp, Intersos, Cefa, Coopi, Emergency, Persone come Noi (operativa ad Hargeisa). È significativa, in particolare, la presenza nel settore sanitario, dell’assistenza umanitaria e della promozione della donna, ma si registrano iniziative anche in ambito universitario e culturale. Per quanto riguarda le Università, Roma Tre e Sapienza-Cirps collaborano con la Dgcs in programmi nel settore educativo – culturale con l’utilizzo di piattaforme web. Tra gli Enti locali nel corso del decennio appena trascorso è stata attiva la Provincia di Trento con un progetto di formazione di base e professionale.
La ricostruzione e lo sviluppo economico a lungo termine della Somalia dipendono anche dalla ripresa del settore privato, che gli aiuti da parte dei donatori e le sovvenzioni della diaspora potrebbero far sviluppare, in particolare nei settori zootecnico e ittico. La stabilità è stata identificata quale prerequisito per la maggior parte degli investimenti sostenibili nel settore infrastrutturale (rete elettrica, strade, acquedotti).
Gli interventi in corso finanziati dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo in Somalia nel 2012 sono stati venti per un totale di circa 25 milioni di Euro, dei quali 19 milioni di Euro erogati nel 2012 L’impegno italiano e’ ad ampio raggio e assicura la copertura di vari settori, come il coordinamento dell’emergenza, la malnutrizione e la sicurezza alimentare, lo sminamento e l’assistenza agli sfollati con una componente sempre maggiore votata alla ricostruzione del paese (con attività sanitarie e di sviluppo economico). La Cooperazione italiana ha individuato alcuni settori ed azioni prioritarie cui, già nel corso dei primi mesi del 2013, è stato dato impulso. In primo luogo, è stata espressa alle Autorità somale la disponibilità a valutare un intervento di sostegno al bilancio dello Stato. In tale ambito, è anche in preparazione un corso di formazione in Italia, la cui organizzazione didattica sarà affidata alla Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze “E. Vanoni”, finalizzato ad accrescere le competenze in materia di preparazione, gestione, supervisione e controllo del budget statale, e la possibilità di un’eventuale cooperazione in ambito giudiziario.
Nel settore sanitario, l’impegno italiano è stato confermato, tra l’altro, nell’ambito delle iniziative affidate ad Unops, del valore complessivo di 11,8 milioni di Euro- Una di tali iniziative è volta alla riabilitazione delle strutture ospedaliere a Mogadiscio, nel Somaliland e nel Puntland, l’altra alla riabilitazione degli aeroporti di Garowe e Bossaso. Nell’ambito di tali progetti, è stata incentivata la collaborazione con le Ong italiane operanti in loco. La Somalia potrà infine beneficiare dei fondi di cui al Decreto Missioni Internazionali, che ammontano per il 2013 a 4 milioni di euro, che verranno destinati ad interventi multilaterali. Di questi, sino ad ora, 500 mila euro sono stati assegnati ad Ocha sul canale dell’emergenza per continuare ad assicurare le attività di monitoraggio, advocacy e di coordinamento umanitario nel Paese. Due ulteriori contributi, già approvati dal Comitato Direzionale del 29 giugno u.s., sono destinati ad Unhcr (800 mila euro) per attività di assistenza e supporto al rientro nei luoghi di origine degli Idps; ed alla Fao (1 milione) per un programma di capacity building volto a sostenere la creazione di una Autorità per il rilascio delle licenze di pesca nelle acque somale.
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