Dopo lo scandalo delle protesi mammarie al silicone a basso costo che ha visto coinvolte migliaia di donne in tutta Europa, ora alcuni ricercatori tedeschi mettono in guardia i pazienti su altri dispositivi medici impiantati che sarebbero imperfetti e richiederebbero maggiori controlli prima della messa in commercio e quindi dell’impianto nell’uomo.
Migliaia di pazienti in Germania, secondo il parere di alcuni ricercatori di Brema sarebbero compromessi da dispositivi medici difettosi o non sicuri. Articolazioni artificiali, stent, pacemaker, ma anche protesi mammarie sarebbero troppo poco testati.
Sarebbero note situazioni in cui i detriti di metallo derivate da articolazioni artificiali finirebbero nel sangue e i casi non sarebbero isolati, ma migliaia.
La ragione di tale allarme starebbe nel fatto che nonostante tali prodotti siano stati certificati da organizzazioni private, sarebbero tuttavia carenti di criteri sostanziali di certificazione, per esempio sulla falsariga di ciò che accade per i farmaci. Sulla scia di tali osservazioni alcuni esperti del settore hanno richiesto per tutti i dispositivi medici, una procedura unica europea centralizzata all’immissione in commercio. Constatazione che per Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”dovrebbe essere presa immediatamente in considerazione dalle istituzioni europee.
Basti pensare che, fra l’altro, il responsabile dell’Istituto indipendente di qualità ed efficienza in Health Care (IQWiG), di Colonia, dottor Jürgen Windeler, ha suggerito di estendere i test ufficiali dei farmaci sui pacemaker, impianti o protesi.
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