I clienti non mancano, ma sono pochi quelli disposti a spendere più di qualche euro. E così anche il mercato dell’usato vive un periodo di difficoltà. Se non si può parlare di crisi, i commercianti sono unanimi nel riferire almeno di un rallentamento, soprattutto per determinate categorie merceologiche.
In Veneto sono molti i negozi, in franchising ma anche piccole attività familiari, che si occupano della compravendita dell’usato. Come iI Mercatino di Federica & Graziella a Oriago, in provincia di Venezia: “Si lavora con le piccole cose, quelle da due o tre euro – spiega Massimo Bettini, uno dei soci -. Possiamo mettere in vendita prodotti di marca scontati praticamente nuovi, ma la gente tende comunque a comprare sempre il prodotto di livello inferiore e a prezzo minore”. E prima di completare un acquisto il cliente torna più volte, aspetta di vedere se cala il prezzo e verifica se in altri negozi si trova lo stesso prodotto a meno. Il negozio veneziano è aperto da cinque mesi, ma i titolari hanno esperienza nel settore e sottolineano: “Si lavora meno che in passato: non si compra il nuovo, ma neanche l’usato. Il settore del mobile è proprio fermo”. Se calano gli acquisti aumentano invece le persone che vogliono vendere, tanto che “spesso siamo costretti a dire di no”. E quand’è il momento di ritirare il guadagno i venditori non si fanno attendere. La clientela è variegata e divisa equamente tra italiani e stranieri. “Nei negozi di Mestre è più diffusa la presenza straniera per la vicinanza alla stazione, ma qui da noi la situazione è equilibrata” conclude Bettini.
Tiziana Zambon è la titolare di “Euro vintage”, aperto da un anno a Trebaseleghe, in provincia di Padova. La sua esperienza è molto simile a quella del “collega” veneziano: “Sembra impossibile ma anche nell’usato sentiamo la crisi, soprattutto nell’arredamento. L’oggettistica e l’abbigliamento reggono meglio, ma il momento non è positivo”. Il negozio “Mercatopoli” è aperto da 12 anni a Rubano, alle porte di Padova. Grazie alla sua presenza storica sul territorio il negozio sta soffrendo meno di altri il calo dei consumi, ma gli effetti della crisi sui clienti sono evidenti: “ Vedo che molta gente fa fatica ad arrivare a fine mese e viene a vendere degli oggetti per tirare avanti – riferisce il titolare Fabrizio Piro -. La nostra clientela fortunatamente è molto variegata: ci sono le persone in difficoltà economiche ma anche quelle benestanti appassionate dell’usato. Non abbiamo sentito una vera contrazione, spingiamo molto sull’abbigliamento, l’oggettistica e i piccoli mobili. Non teniamo arredamento perché la gente preferisce comprare il nuovo ai negozi low cost”. (gig)
Pochi soldi anche per il mercato dell’usato
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