L’Iva colpisce i più deboli, il consiglio d’Europa bacchetta l’Italia

I problemi dell’Italia esistono da prima della crisi, e la crisi li ha solo esacerbati. E prima fra tutte le sfide che il nostro paese deve affrontare è la lotta alla disoccupazione giovanile. E’ questo il messaggio che il Commissario per i Diritti dell’Uomo presso il Consiglio d’Europa, il lettone Nils Muižnieks, ha voluto dare […]

ivaI problemi dell’Italia esistono da prima della crisi, e la crisi li ha solo esacerbati. E prima fra tutte le sfide che il nostro paese deve affrontare è la lotta alla disoccupazione giovanile. E’ questo il messaggio che il Commissario per i Diritti dell’Uomo presso il Consiglio d’Europa, il lettone Nils Muižnieks, ha voluto dare oggi in occasione del lancio di un rapporto in cui ha presentato una serie di raccomandazioni agli Stati membri per evitare che le misure di austerità colpiscano in maniera sproporzionata i diritti fondamentali dei cittadini e i gruppi di persone più vulnerabili.
Una frecciata indiretta al governo italiano, il Commissario l’ha data anche quando ha parlato delle misure più o meno efficaci per combattere gli effetti della crisi: “Iniziative fiscali come quelle che portano a un innalzamento dell’Iva – ha spiegato – colpiscono soprattutto gli strati più deboli della società, mentre invece sarebbe più auspicabile fare cassa combattendo seriamente l’evasione fiscale e con interventi in merito alle tasse sulla proprietà”. Muižnieks si è poi concentrato sulla necessità di una maggiore regolamentazione e un migliore controllo sul sistema finanziario, che troppo spesso ha agito senza alcun tipo di freni e senza considerare il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.
Altri punti della ricetta del Commissario perché la crisi non peggiori la situazione dei diritti fondamentali in Europa sono: una maggiore trasparenza e una migliore raccolta di dati disaggregati sulle decisioni dei governi e più partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile che possano esercitare un maggior controllo sui processi decisionali (ad esempio in materia di bilancio e politiche monetarie e fiscali); sistematiche valutazioni d’impatto sia ex ante che ex post sulle conseguenze che le misure di austerità hanno per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani; una maggiore promozione dell’uguaglianza fra i cittadini e una più aspra lotta alla discriminazione e al razzismo, sia attraverso nuove leggi per tutelare chi è discriminato per ragioni socio-economiche che attraverso misure positive a favore di gruppi più vulnerabili di persone quali ad esempio le donne; un’estensione della copertura sanitaria e dei sistemi di previdenza sociale per tutti i cittadini, al fine di assicurare una migliore protezione della salute e l’accesso universale a beni e servizi di base; infine l’accesso a un’occupazione dignitosa, con una remunerazione giusta, alti standard di sicurezza, diritto alla contrattazione collettiva, lotta allo sfruttamento del lavoro minorile, eliminazione della discriminazione sul posto di lavoro per gruppi di persone quali i disabili e i rom e adeguati sussidi di disoccupazione.
Il Commissario ha poi invitato tutti gli Stati membri che non lo hanno ancora fatto, a ratificare i trattati internazionali in merito ai diritti fondamentali come la revisione della Carta Sociale Europea e la Convenzione Europea sulla previdenza Sociale e a dotarsi di piani d’azione nazionali per il rispetto dei diritti umani in tutte le aree di azione dei governi e delle autorità locali.
Oltre all’Italia, osservati speciali da Muižnieks sono stati la Grecia – per la costruzione di un “inutile, costoso e inefficace” recinto anti-immigrazione alla frontiera con la Turchia (quattro milioni di dollari il costo del progetto) – la Spagna – per la “preoccupante” legge in cantiere , da parte del governo iberico, che favorisca misure più repressive della della polizia nei confronti dei dimostranti – e l’Ucraina – sia per le violenze dei manifestanti più estremisti e nazionalisti che per l’opera di repressione eccessiva portata avanti dal governo di Kiev.
E per quanto riguarda il problema dei rifugiati provenienti dalla Siria, Nils Muižnieks ha sottolineato: “Da una consultazione che ho avuto con l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, ci siamo trovati d’accordo che l’Europa si sta dimostrando meno accogliente rispetto a quanto ha fatto in circostanze passate. Ciò è in parte dovuto alla crisi economica in cui ci troviamo, però nessuna crisi può né deve giustificare questa mancanza di solidarietà nei confronti di persone che fuggono da una guerra come quella in Siria. I governi – ha concluso – spesso ignorano gli enormi costi a lungo termine che il non affrontare certi tipi di problemi, come l’attuale emergenza rifugiati, possono portare”.

Maurizio Molinari

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