L’avvertimento arriva dopo la domanda di un internauta che esprime i suoi dubbi sul partito, lacerato dal conflitto tra berlusconiani e finiani, e ammette di credere solo nel premier. Che prova così a rassicurarlo. “Mio caro – spiega Berlusconi dal sito ForzaSilvio.it, – il nostro non è un partito. È un grande movimento di popolo in cui siamo tutti orgogliosi di riconoscerci, e io per primo. Il Popolo della Libertà invece è un movimento che si rivolge a tutti. Siamo diversi dai vecchi partiti dominati dalla nomenklatura. In primo luogo perché è nato dal basso per volontà della nostra gente il 2 dicembre 2006 quando portammo in piazza San Giovanni 2 milioni di italiani contro il governo di Prodi e della sinistra ed unimmo per la prima volta le bandiere di Forza Italia e di Alleanza Nazionale in difesa della libertà contro l’oppressione fiscale, contro l’oppressione burocratica, contro l’oppressione giudiziaria”. Berlusconi ricorda che lui è un ottimista: “Se tu sei un pessimista vai all’estero saggiare la tua eccellenza – auguri sinceri. Ma se sei un ottimista che non si arrende alla prima difficoltà, devi restare in Italia e combattere come combattiamo noi. E certo non siamo noi quelli che tutelano le oligarchie e i clientelismi, anzi li consideriamo un cancro da estirpare e con il nostro governo combattiamo per questo”. Il premier cita ad esempio la riforma dell’università, concepita per estirpare “clientelismi d’ogni tipo” rimettendo al centro il criterio del merito. Vairo da Sangemini, vicino a Terni, chiede che fine abbia fatto il Ponte sullo Stretto. “Evidentemente – risponde Berlusconi – ti è sfuggito ma il lavori per il Ponte sono cominciati nello scorso dicembre, è già stato completato il disboscamento delle aree dove saranno piantati i piloni e questa realizzazione sarà certamente epocale e certo non si può compiere con uno schioccare delle dita. In questi mesi abbiamo dovuto lottare contro tutto e contro tutti”. In sintesi, “il Ponte si farà, spero di percorrerlo un giorno con te – dice il premier a Vairo – a bordo di un treno”. Un contatto più a breve potrebbe esserci con Giovanni, che chiama da Panama, dove il premier sta per recarsi. Il capo del governo esorta Giovanni a prendere contatti per un incontro. “Non finisce qui, il Cavaliere – assicura ‘Il Tempo’ – utilizzerà sempre di più la Rete seguendo anche l’esempio di Obama che attraverso internet è riuscito a vincere le presidenziali negli Usa”. Ma intanto, attento comunicatore, sceglie la carta ed il settimanale Oggi (a differenza nostra, intendo di noi aquilani, lui non ha difficoltà di ascolto, visibilità ed accoglienza), per il punto dello stato dell’arte a metà legislatura e, naturalmente, è un bilancio più che positivo. E parla, oltre che di matrimoni, divorzi e figli (di escort ed altre “sviste” no) anche di Fini, il cofondatore del Pdl, oggi in rotta di collisione. “Dovrei fare la pace con lui? Ma per fare la pace prima ci deve essere stata una guerra e io non sono mai stato in guerra con nessuno, litigare è una cosa estranea al mio Dna”. Berlusconi, questo è noto, vorrebbe sempre piacere a tutti.””Io mi faccio concavo o convesso a seconda dell’interlocutore, pur di far prevalere ogni volta il dialogo e il confronto amichevole. E questo vale anche per il presidente della Camera” (in realtà non solo per lui ma anche per napoletani e aquilani che hanno capito il suo furbo modo di risolvere immondizia e terremoti. In realtà a lui non interessano le questioni “padane” fra Fini e Bossi e neanche chi dei due lo ami di più. L’unità in casa e nel governo la vuole perché sa, da tempo, che è solo questa che gli garantirà un iter spedito e senza sorprese sul ddl intercettazioni, vera cartina al tornasole la capacità del governo di proseguire il suo mandato. Non vuole fratture interne e prega siano solo voci e chiacchiere (o bubbole o spettri), le voci che nei nuovi avvicinamenti fra Casini e Rutelli, un modo per creare un nuovo centro-destra, molto diverso dal suo modo di intendere e attuare la politica. A questo punto, con la spina nel fianco che non intende affatto smettere di pungolare, il Cavaliere spera, di togliere a Fini ogni credibilità, sia come leader politico, sia come presidente della camera. E, stavolta, avrà dalla sua anche Bossi, molto arrabbiato con chi ha detto che la Padania “è una invenzione”.
Carlo Di Stanislao
Il Partito Borbonico è in subbuglio. Questuanti, corrotti e corruttori, evasori fiscali, abusuvisti edilizi e della sicurezza sul lavoro, arraffa-prebende, sono in uno stato di agitazione. Difficile per il Borbone accontenarli tutti. La scelta era sull’omertà, sulla protezione dalle inchieste, sul bavaglio alla stampa e sul calare le brache agli Italiani lavoratori dipendenti e pensionati per mantenere tutti gli altri. Ma a Corte la Principessa Marcegaglia, il Duca di Marchionne e il Cardinale Sepe sono preoccupati per il flop della loro Propaganda Fidae. Mobilitati i Lazzaroni per fare a pezzi la Costituzione e la Repubblica, divisi su colonne in marcia su Pomigliano, i Sacconi, i Celaduro e il Trota, i Bonanni coi sindacai gialli, hanno trovato quasi il 40% di schiavi che hanno avuto il coraggio di dire NO! La dignità dell’Uomo non è in vendita ! non siamo Solidarnosc ! La Repubblica Partenopea è in piedi e celebra i propri martiri !