Nessun miglioramento dei pazienti e l’ipotesi di un decesso sospetto. Questo emergerebbe, secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, dall’esame delle 36 cartelle cliniche dei pazienti in cura con il metodo Stamina a Brescia. Il quotidiano torinese, che afferma di essere venuto in possesso delle cartelle cliniche e di una relazione “top secret” degli Spedali Civili di Brescia dello scorso 4 dicembre, spiega infatti che dalla loro analisi emergerebbe “l’assenza di qualsiasi oggettivo miglioramento delle condizioni dei pazienti”, oltre che “una evidente trasandatezza nella compilazione dei dati clinici”, a cui si andrebbe ad aggiungere “il decesso sospetto di un malato di atrofia muscolare multisistemica, patologia simile al Parkinson che solitamente non determina rischio di morte repentina”.
“Non vi sarebbe dunque- secondo quanto riporta La Stampa citando la relazione degli Spedali Civili di Brescia – alcun miglioramento in nessuno dei pazienti, salvo quanto riferito dai genitori nel caso di due bambini e direttamente nel caso di un adulto: dunque i tre miglioramenti su 36 casi sarebbero frutto solo di impressioni soggettive, non di riscontri clinici”.
Il quotidiano torinese riporta poi anche il contenuto di uno scambio di email del 16 dicembre scorso tra Erica Molino, biologa del pool di Vannoni, e il professor Camillo Ricordi, lo scienziato esperto di Staminali dell’Universita di Miami con il quale la Stamina Foundation dovrebbe iniziare nel mese di gennaio una sperimentazione. “Non abbiamo mai valutato l’espressione genica delle nostre cellule e non sappiamo se esprimano quei fattori che sono essenziali per mantenere il loro stato di cellule staminali” scriverebbe secondo La Stampa la Molino in una mail a Ricordi. In pratica, spiega il quotidiano torinese, “la stessa Stamina sembrerebbe confermare il rapporto choc del comitato scientifico che ha bocciato la sperimentazione, affermando tra l’altro che in quelle infusioni di cellule staminali ce ne sarebbero si’ e no tracce”.
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