Ad Agadir in Marocco si sta concludendo la 62esima riunione della Commissione baleniera internazionale (IWC). Le balene non sono in vendita. È il messaggio che è stato inviato ai membri dell’IWC, piazzando qualche giorno fa una balena gigante sulla scalinata di Piazza di Spagna, in centro a Roma. Perché con promesse di soldi e corruzione i paesi balenieri cercano ogni anno di raggiungere la maggioranza.
Purtroppo, sembra che ancora una volta non si sia raggiunto alcun tipo di accordo per proteggere le balene. Un’altra riunione fatta di sole chiacchiere, mentre il prossimo anno ancora una volta Giappone, Norvegia e Islanda ne massacreranno migliaia di esemplari. I governi riuniti ad Agadir dovrebbero vergognarsi di essersi ritirati a discutere a “porte chiuse” per nascondere le loro discussioni sterili che non hanno permesso di fare nessun passo avanti.
C’è un’unica chance. Tutti quei governi che si schierano per la conservazione delle balene – come l’Italia – devono immediatamente mettere in atto azioni politiche decise per porre fine alla falsa “caccia per ragioni scientifiche” del Giappone nel Santuario dell’Oceano Antartico e la caccia della Norvegia e dell’Islanda, portata avanti in totale violazione della moratoria esistente.
Da oltre trent’anni lottiamo in difesa delle balene. I nostri due attivisti – Junichi e Toru – rischiano più di un anno di carcere per aver denunciato la corruzione e il contrabbando di carne del programma giapponese di caccia alle balene. Cosa sono disposti a fare i paesi che dicono di voler proteggere le balene?
Giorgia Monti
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