Innovazione: l’Italia è fanalino di coda

“Nella classifica europea per l’innovazione l’Italia è nella parte bassa. A gennaio c’è stato l’ aumento record della disoccupazione giovanile in Italia: dal 41,7% di dicembre al 42,4%, l’incremento più elevato di Eurozona e Ue-28. Più di cinque milioni di giovani europei sono disoccupati. L’Unione europea ha lanciato un programma chiamato Garanzia europea per i […]

innovazione“Nella classifica europea per l’innovazione l’Italia è nella parte bassa. A gennaio c’è stato l’ aumento record della disoccupazione giovanile in Italia: dal 41,7% di dicembre al 42,4%, l’incremento più elevato di Eurozona e Ue-28. Più di cinque milioni di giovani europei sono disoccupati. L’Unione europea ha lanciato un programma chiamato Garanzia europea per i giovani per migliorare la situazione. A fine febbraio i deputati hanno interrogato la Commissione europea e il Consiglio sull’implementazione del programma da parte degli Stati membri. All’Italia, poiché ha un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25% le è stato destinato un finanziamento di 530 milioni da integrare con il cofinanziamento proprio”. Così Deodato Scanderebech in un comunicato.

“Ad oggi tutto tace e i nostri giovani migrano all’estero. Infatti , dalle mie interviste ai mercati di Milano Genova e Torino emerge che i nostri giovani espatriano in cerca di lavoro e fortuna. Una signora intervistata ci confida che la figlia (http://www.youtube.com/watch?v=qS4pGdYQZ30) si è trasferita in Australia per motivi di lavoro e che a causa del verificarsi di migliaia di casi analoghi stiamo consegnando la nostra storia e la nostra identità agli extracomunitari. Un’altra signora il cui figlio è espatriato negli Stati Uniti sottolinea che in Italia abbiamo un patrimonio culturale ed artistico unico al mondo non adeguatamente sfruttato e valorizzato. In tutto ciò le politiche europee non sono state sufficientemente idonee per creare sviluppo, occupazione ed informazione sufficiente a trattenere i nostri giovani in Italia. Davanti ad uno scenario così allarmante e preoccupante, l’immobilismo della macchina burocratica italiana contribuisce ad accentuare il problema invece di contrastarlo e arginarlo avendo, guarda caso, anche le risorse per farlo”, conclude Scanderebech

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