Droga, Bellucci (Modavi): ” Conversione Dl Renzi-Lorenzin è occasione persa per cambiare il Paese”

“La strada intrapresa dal Governo Renzi spalanca il baratro verso la completa normalizzazione delle droghe”. Lo afferma la presidente nazionale del Modavi Onlus, Maria Teresa Bellucci. “Il furore ideologico con cui, ancora oggi, si affronta il dibattito sulle droghe non ha permesso alcuna dialettica né lo scambio di esperienze, soprattutto quelle rientranti nella sfera pedagogico-educativa […]

DROGA, FERRERO:NON HO PRECONCETTI VERSO LE 'STANZE DEL BUCO'“La strada intrapresa dal Governo Renzi spalanca il baratro verso la completa normalizzazione delle droghe”. Lo afferma la presidente nazionale del Modavi Onlus, Maria Teresa Bellucci. “Il furore ideologico con cui, ancora oggi, si affronta il dibattito sulle droghe non ha permesso alcuna dialettica né lo scambio di esperienze, soprattutto quelle rientranti nella sfera pedagogico-educativa degli adolescenti, dei giovani adulti e del ruolo e delle funzioni della famiglia”.
“La legge di conversione del Decreto Renzi – Lorenzin – prosegue Bellucci – contiene alcuni elementi altamente pericolosi, come la distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere o l’introduzione di un approccio di matrice esclusivamente sanitario che non tiene più in considerazione la dimensione psicologica, sociale e relazionale della persona tossicodipendente, dunque dell’importanza di tali elementi per il completo recupero. Purtroppo il Governo ha deciso di dare voce alle istanze proprie di una sola parte degli operatori impiegati nella lotta alle tossicodipendenze: quelli che ripetono il mantra della “riduzione del danno” e dell’utilizzo delle sostanze come libertà individuale e non come effetto di una condizione di malessere più profonda di cui doversi prendere cura dal punto di vista personale, sociale e istituzionale”.
Il Governo ha mancato un’occasione importante per risolvere i problemi reali delle persone, scegliendo di avallare una cultura riduzionista e organicistica, a discapito del valore della vita e della libertà dalle droghe. Invece di potenziare i programmi di prevenzione, riducendo – a monte – le possibilità per i giovani di arrivare a contatto con le sostanze, si è optato per il ritorno all’impianto del 1993, non tenendo conto del cambiamento della nostra società e che gli effetti delle droghe, dimostrati scientificamente, sono infinitamente più dannosi rispetto a quelli anche dello scorso decennio”.

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