Un format inedito, tutto made in Italy, con un’anima artistica internazionale. Un nuovo modo di concepire la Musica e di darle eco unendo diverse forme artistiche con la stessa ispirazione per dar vita ad un linguaggio universale di rara efficacia comunicativa ed emozionale.
E’ lo spettacolo “I Suoni del Silenzio. Co-Esistenze”, evento unico nel suo genere ideato dal Maestro Vito Terribile, musicista, compositore, autore che, insieme alla israeliana Ilana Yahav, la Sand Artist più famosa al mondo, arriva al Teatro Antico di Taormina il 22 Giugno alle ore 21.30, nell’ambito di TAORMINA ARTE 2014.
Mentre l’orchestra genera una incredibile “energia musicale” eseguendo i meravigliosi brani composti da Vito Terribile e magistralmente orchestrati da Francesco Marchetti, una mano segna velocissima i tratti di un racconto per immagini di sabbia proiettate su uno schermo gigante, in una simbiosi che entra prorompente dentro l’anima di chiunque assista.
Musica e sabbia. Note e immagini. Suoni e emozioni per evocare la Terra, l’Acqua, il Vento, la Libertà, i Sogni, i Dubbi, l’Amore.
Dopo la partecipazione straordinaria all’evento di Santificazione dei Papi con il brano inedito a loro dedicato, Animae Mundi, e dopo il grande successo registrato nella prima tappa del Tour al Teatro Politeama di Palermo, serata promossa dalla Fondazione Roma-Mediterraneo, Vito Terribile si prepara adesso a realizzare il suo spettacolo “I Suoni del Silenzio. Co-Esistenze” a Taormina per poi raggiungere Washington e Tel Aviv.
Su un unico straordinario proscenio, Musica, Sand Art, Scultura e Prosa intessono una trama fatta di linguaggi creativi diversi ma esprimendo attraverso canali emozionali paralleli, un messaggio univoco di grande forza comunicativa: le sane Co-Esistenze, nell’arte come nella vita, edificano valore.
Un’Opera, in otto brani, che “arriva” a tutti con grande semplicità e senza artifici, regalando agli spettatori emozioni uniche e trasferendo messaggi di profondo valore universale in una chiave di lettura originalissima e inaspettata.
Scopriamone la matrice attraverso le sue parole:
Vito Terribile, qual è la particolarità della sua musica? Classico e nuove tecnologie musicali viaggiano insieme?
Sicuramente. Avendo sperimentato, nel corso del tempo, molti generi musicali, ora per le mie composizioni amo utilizzare tutte le forme strumentali, senza nessun filtro.
In questo modo uso ogni strumento, sia acustico sia elettronico, per arrivare a trasmettere l’emozione che voglio raccontare.
Creo, da sempre, una musica caratterizzata non da virtuosismi, ma piuttosto da una semplicità che dà immediatezza di suggestione nell’ascoltatore.
E, in tutta onestà, credo che le melodie semplici siano le più adatte ad arrivare all’emotività di tutti.
La Musica suscita sempre delle emozioni. Ma come si fa, al contrario, a dare musica ad una emozione?
La musica per me è un linguaggio universale ma soprattutto è un amplificatore delle emozioni. Le emozioni, generalmente, suscitano stati d’animo, sia che scaturiscano dall’interno sia che siano stimolati da qualcosa di esterno a noi. Queste emozioni, dentro di me, prendono forma in visioni che hanno una “colonna sonora”. Io, poi, in modo molto naturale“traduco” il tutto in un brano.
Lei è l’Ideatore del Progetto artistico I Suoni del Silenzio Co-Estistenze. Come nasce questo splendido evento?
Chiaramente i brani son nati prima del progetto. Hanno una cronologia particolare.
In parte sono recenti, altri li ho composti qualche anno fa.
Ogni brano nasce da una condizione emotiva diversa. Alcuni di loro, come Ali Libere, sono stati veri e propri sogni. In questo caso mi svegliai alle tre di notte e mi misi subito a “suonare” il sogno appena fatto. Mi sono accorto, negli anni, che i brani sono tutti collegati fra loro e ho capito che traducono la mia visione di come “coesistiamo” con alcuni dei fondamentali della vita. Come tante tessere di un mosaico il cui disegno finale si è svelato nella creazione del progetto e mi piace pensare che ha sempre dimorato dentro di me. Insieme al grandissimo Orchestratore Francesco Marchetti, poi, abbiamo dato linfa armonica alle partiture che l’orchestra, da lui diretta, esegue in concerto accompagnata dal mio pianoforte.
Ci sono degli strumenti particolari che rappresentano la rabbia, o la felicità, o la tristezza?
In realtà ogni strumento riesce a rappresentare un vasta gamma nella tavolozza delle emozioni.
Un violino può essere dolcissimo, tristissimo, ma può anche trasmettere una grandissima gioia.
Sono le note e l’intenzione durante l’esecuzione che fanno scaturire le emozioni dagli strumenti che vengono usati.
Qual è il brano che la rappresenta al meglio?
Non ho un brano preferito perché ogni brano rappresenta una mia partecipazione emotiva al tema trattato: è una mia sfaccettatura ma non il prisma al completo.
Credo che tutto il progetto sia esattamente lo specchio di quello che ho da esprimere.
Però, forse, Ali Libere rappresentando il nostro viaggio esistenziale verso l’infinito e la libertà pura, sia quello che oggi vivo più da vicino.
Nel suo spettacolo c’è una musica descritta come estremamente attiva, evocativa di immagini anche molto forti come una Terra Madre inascoltata. Tutti scenari edificati sulle sue musiche in sinergia artistica con la più grande Sand Artist al mondo, la israeliana di Ilana Yahav. Come si esce dal concerto I Suoni del Silenzio?
Una delle cose più belle dette dalle persone che hanno potuto ascoltare la mia musica e vedere l’anteprima del mio progetto musicale è stata che avrebbero voluto non finisse mai, a dimostrazione che il nostro silenzio interiore, in realtà, è pieno di suoni che la musica risveglia. Quei suoni sono la potenza della nostra anima. Ed io percepisco dal palcoscenico che l’energia positiva, che ho voluto trasferire attraverso la mia musica e tutto l’evento, ad un certo punto riemerge in ogni persona presente, riempendo il teatro ed il cuore, creando un legame tra tutti.
Come è nato l’incontro con Ilana Yahav?
Come tutti gli incontri artistici di questo progetto, quello con Ilana è stato naturale ed immediato. Come se fosse stato inevitabile.
Vidi una sua performance a Roma circa due anni fa e ne rimasi molto colpito. Aveva una grandissima capacità di emozionare, creando immagini meravigliose ed evocative. Pensai immediatamente che la mia Musica si sarebbe sposata benissimo con i suoi scenari visivi.
L’ho semplicemente contattata via e-mail proponendole il progetto. Lei ha risposto che le sembrava interessante e che avrebbe ascoltato volentieri i brani.
Subito dopo averli sentiti, si è resa conto che, incredibilmente, trattavano assolutamente temi che anche lei condivideva con uguale filosofia e che le nostre due arti, insieme, creavano un’unione perfetta.
Da quel momento in poi, costruire il progetto è stato molto semplice e facile. Come se fosse stato già scritto, da qualche parte, nei nostri destini.
Perché proprio l’arte della sabbia?
La mia Musica, il progetto, parlano di cose naturali, di elementi fondamentali, come l’Acqua o il Vento. Ritengo che la sabbia sia assolutamente in linea con questi elementi.
Il fatto, poi, che abbia passato la mia infanzia sulle meravigliose spiagge della Liguria, mi riporta sicuramente a qualcosa che, nonostante il tempo, ha lasciato il segno nella mia memoria.
Credo in più che il fatto che sia un Arte che non rimane, che viene ridisegnata di volta in volta, ci ricordi che ogni cosa è impermanente e che dobbiamo continuamente impegnarci se vogliamo godere della meraviglia della Vita.
Il suo viaggio artistico toccherà varie città d’Italia ma andrà anche all’estero, Tel Aviv, Washington, New York. La sua musica manda un messaggio universale?
La Musica è un linguaggio universale.
Trovo che sia il mezzo più adeguato per trasmettere messaggi costruttivi.
I temi che trattiamo nel progetto sono condivisibili da chiunque popoli il nostro pianeta perché, nonostante le differenze esteriori date dalla diversa morfologia, ogni essere umano all’interno è e funziona in modo identico all’altro. Ed io personalmente, penso che siamo tutti legati tra noi, come esseri viventi e come fratelli.
Ognuno di noi, consapevole o meno, ha bisogno di questi fondamentali per vivere per cui, sicuramente, la mia musica trasferisce un messaggio forte e aperto a tutti.
Il nostro Tour si apre l’11 maggio al Teatro Politeama di Palermo, con un evento esclusivo Promosso dalla prestigiosissima Fondazione Roma-Mediterraneo, presieduta da un uomo di straordinaria sensibilità umana e culturale, il Prof. Emmanuele F.M. Emanuele a cui sono profondamente grato per la Sua attestazione di stima.
Saremo poi, il 22 giugno nell’incomparabile cornice del Teatro Antico di Taormina, nell’ambito del Festival di Taormina Arte.
A Roma, il 29 giugno in Piazza del Campidoglio. Poi molte altre date in Italia.
Daremo il via al Tour estero iniziando, in novembre, dall’Ambasciata Italiana a Washington in Occasione della Celebrazione del Semestre della Cultura Italiana.
Stiamo vivendo un momento storico particolare. Crisi economica fortissima e, a cascata, grande disagio psicologico per l’essere umano. Quanto la musica può sostenere, indagare, risolvere?
Il concetto dei “Suoni del Silenzio” nasce proprio per dare un aiuto al disagio comune dell’umanità. Ricordare a tutti, attraverso uno spettacolo, di quanto siamo meravigliosi, capaci, unici, come esseri umani.
Di responsabilizzare tutti in qualche modo, senza far leva sulle colpe, ma auspicando ad una nuova identità della sfera umana nella condivisione di valori condivisi.
Tutta l’umanità si è fatta distrarre e ha fatto scelte sbagliate mettendo al centro delle società valori che, con il tempo, stanno dimostrando il loro fallimento, proprio perché basati sulle debolezze dell’animo umano.
Una sorta di psicoterapia con le arti della musica e del disegno?
Il nostro spettacolo non ha la presunzione di essere una cura ai mali dell’anima. Magari lo fosse!!
Ha semplicemente lo scopo di trasferire un messaggio di pace e di unione verso quella che credo sia l’unica strada per salvare il nostro pianeta e l’umanità.
Abbiamo scelto di farlo unendo diverse forme d’arte che usando ciascuna il proprio codice espressivo parlino comunque lo stesso linguaggio, veicolando un messaggio univoco di grande forza comunicativa: le sane Co-Esistenze, nell’arte come nella vita, edificano valore.
Siamo tutti connessi gli uni agli altri da fili invisibili ma assolutamente reali.
Come le nostre emozioni.
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