“Presi il rotolo dei soldi e tornai alla betoniera. Era ridotta male e molto rovinata, come le mani di mio padre, era una parte della sua vita, così stranamente antica, come se fosse venuta da un paese lontano, da Torricella Peligna. L’abbracciai e la baciai, e piansi per mio padre e tutti i padri…”. Così John Fante, nel suo romanzo “1933. Un anno terribile” pubblicato postumo nel 1985 (1933 Was a Bad Year), immerge i lettori nel mondo di suo padre Nicola (Nick), emigrato alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti, in Colorado, da Torricella Peligna, borgo d’Abruzzo arroccato ai contrafforti della Majella. E proprio Torricella Peligna, così intensamente presente nei romanzi di John Fante, da nove anni dedica al grande scrittore italo americano un festival letterario internazionale “Il Dio di mio padre”. Quest’anno si svilupperà dal 22 al 24 agosto prossimo, con numerosi eventi di rilievo, partendo da un omaggio a Charles Bukoswki, a 20 anni dalla morte, lo scrittore americano che più d’ogni altro seppe riconoscere la grandezza di Fante, promuovendo la riedizione dei suoi romanzi e la pubblicazione di alcuni inediti. Dunque i sentimenti, le tradizioni, gli ancoraggi esistenziali alla terra d’origine e le tematiche legate all’emigrazione sono così intensamente ricorrenti nelle opere di John Fante, tanto che il Festival, ben diretto da Giovanna Di Lello, da sempre opportunamente dedica una finestra di riflessione al fenomeno migratorio.
Domenica 24 agosto, alle ore 11, presso la Mediateca civica, il Festival – anche quest’anno insignito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una Medaglia di rappresentanza – dedica la sua IX edizione al viaggio, agli incontri, al rapporto che l’Abruzzo e John Fante hanno con il mondo dell’emigrazione. E lo fa con l’intervento “America. Conflitto e desiderio nella letteratura italoamericana del Novecento” di Lucilla Sergiacomo, storica della letteratura italiana e saggista, e con la presentazione del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo (DEMIM), edito da SER ItaliAteneo con la Fondazione Migrantes (info: dizionarioitalianinelmondo@gmail.com), con la partecipazione di Tiziana Grassi, ideatrice e direttrice dell’impegnativo progetto enciclopedico, e del prof. Mario Cimini, dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti. Partecipa al focus anche Michele Di Mauro, autore del romanzo “L’uomo carbone” (SensoInverso), sulla tragedia di Marcinelle.
Il Dizionario è un’opera ideata e diretta da Tiziana Grassi, con il coordinamento scientifico di Delfina Licata e la direzione editoriale di Enzo Caffarelli, con la collaborazione della Fondazione Migrantes. Il volume è a cura di Tiziana Grassi, Enzo Caffarelli, Mina Cappussi, Delfina Licata e Gian Carlo Perego. Frutto del lavoro di 169 autori, nella maggior parte dei casi docenti universitari e rappresentanti di istituzioni e associazioni impegnate nel campo delle migrazioni italiane nel mondo, con un Comitato scientifico internazionale composto da 50 personalità di prestigio, racconta la storia dell’Emigrazione italiana tra Ottocento e Novecento, ma che conosce anche nell’attualità una ripresa con circa 70.000 italiani, spesso giovani laureati, che ogni anno raggiungono paesi d’ogni continente.
Il Dizionario descrive pagine di storia italiana spesso neglette o poco conosciute, se non talvolta persino rimosse, che raccontano il coraggio, i sacrifici, i sogni, le conquiste di quasi 30 milioni di connazionali dal 1861 ai giorni nostri, che oggi esprimono circa 80 milioni di oriundi. Un’Italia ben più grande di quella dentro i confini. Il taglio dell’opera è scientifico, con testi di studiosi ed esperti che hanno approfondito ogni aspetto possibile del fenomeno migratorio italiano. Tuttavia sia la veste grafica che l’impostazione del Dizionario sono anche divulgativi, avendo gli autori evitato un linguaggio troppo tecnico, così rendendo un significativo servizio alla conoscenza più lata del fenomeno migratorio.
L’approccio è sistemico: il Dizionario è strutturato in ordine alfabetico, con molti rimandi che facilitano il lettore nella ricerca di altre voci utili all’approfondimento, presenti nelle appendici tematiche che spaziano dall’emigrazione interna al viaggio, dalla corrispondenza all’alimentazione, dalla genealogia alla lingua, dall’onomastica alla letteratura, dalla musica al cinema e alla fotografia, dagli aspetti della devozione religiosa all’associazionismo. Dunque una vera e propria summa, di forte sussidio alla conoscenza. C’è infatti necessità di conoscere e riconoscere l’importanza e il ruolo fondamentale delle migrazioni, come parte essenziale della nostra Storia post-unitaria. E’ necessario per questo un salto culturale che permetta alla società civile e alla classe politica italiana di capire per davvero, senza l’approssimazione che sovente si osserva, la grande realtà delle comunità italiane all’estero ed il contributo che hanno reso e tuttora rendono al Paese, in termini sociali ed economici, ma anche d’immagine, grazie a specchiate testimonianze di vita, alla stima e al prestigio che i nostri connazionali si sono conquistati in ogni angolo del mondo. E il Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo è uno strumento essenziale, di capitale importanza per favorire la conoscenza del fenomeno migratorio. Dovrebbe essere in tutte le scuole, nelle biblioteche pubbliche e nella disponibilità di tutte le Istituzioni.
Goffredo Palmerini
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