“Oh! Che ‘ddore di purchette belle, calle, sapurite, si ni pruve nu pizzette t’aumente l’appetite, cumpre e magne, è risapute, ti fa cresce la salute!”(Lamberto De Carolis, Inno alla porchetta). Fulvio Pallotta di Campli si laurea Miglior Maestro Porchettaio alla 43ma Augusta Sagra della Porchetta Italica di Campli AD 2014 con voti 8,277 su 10, sulla base della media totale delle preferenze ponderate espresse dalle quattro Giurie ufficiali: sua è la vittoria all’Olimpiade dei Migliori Porchettai d’Italia. È il Trionfo di Campli nel Cinquanterario della prima Sagra d’Abruzzo istituita ufficialmente nel 1964, nel segno del più grande successo di sempre (1964-2014), attiva nella cittadina medievale di Campli, sospesa tra cielo e terra, fin dall’Anno Domini 1293 come rivela il commercio delle antiche porchette. Secondo classificato Nicola Mercurii (Mercurii Luciano Snc) con voti 8,088 su 10. Terzo classificato Di Angelo Salvatore con voti 7,697 su 10. Premiata la signora Paola Bartolacci, figlia del signor Virgilio Bartolacci di Notaresco, vincitore della Sagra della Porchetta Italica di Campli nel 1964. Assegnato al Maestro Viro Galliè di Nereto il premio speciale della Critica composta dalla Giuria degli ex presidenti della Pro Loco Città di Campli. Vladimiro Di Stefano vince con
vengono omesse. Perché nella top five dei migliori piatti tipici mondiali da assaggiare almeno una volta nella vita, l’unica pietanza dell’Europa centro-meridionale designata e quindi consacrata come tale, sembra quella di Bevagna in provincia di Perugia, sebbene definita “a version of porchetta”. Parola del New York Times. La specialità nostrana spunta tra le delizie da gourmet, e in particolare quella umbra di una famosa macelleria. Il massimo, assicura il giornale, è un bel panino con la porchetta, meglio se di pane casareccio. Sì, ignorando la Storia, la Cultura e la Porchetta Italica di Campli. “In the ancient town of Bevagna in central Umbria – si legge sul NyT – down a narrow and winding street, is a magnificent butcher shop called Macelleria Tagliavento. Head through the modest and dimly lit space, perfumed by cured meats hanging overhead, and you will find a delicatessen case filled with yet more meat. Past that, perched on a ledge, is a particularly magnificent porchetta. I grew up mostly around central Italy, and this version is the type I remember loving before industrialized methods took over. Porchetta — a deconstructed whole pig, gutted and spiced, then stuffed, tied and roasted, with layers of meat, fat, stuffing and skin — originated in the area around Rome and in the former Vatican states. These days, it’s available all over Italy, including in Bevagna, in the heart of one of the most famous pork-curing regions of Italy. At Macelleria Tagliavento, the skin, glazed and crispy, covers perfectly moist flesh; traditional organ meats, wild fennel pollen, garlic, rosemary and lots of salt and pepper hide inside. The head is left attached for extra-dramatic presentation. It’s usually sold out by noon. Marco Biagetti and Rosita Cariani, the owners, cut the porchetta by hand and use thick slices from a great round loaf of artisanal bread. After wrapping the sandwich in a little butcher paper, they will send you on your way into the street, blinking in the bright light”. Nella five top list dei cibi da non perdere, la porchetta si trova in compagnia della Mohinga, spaghetti di riso serviti in un brodo di pesce leggermente piccante, con pezzi di banana verde, conditi con citronella, zenzero e aglio, proveniente dalla Birmania. Un piatto da assaggiare dai venditori di strada. Arriva dal Libano invece il Kibbeh Nayeh, carne cruda speziata e bulgur, un particolare tipo di frumento integrale, che viene servita con olio di oliva, ma può essere anche cotta al forno o fritta. Il New York Times segnala Al-Halabi, ristorante di Antelias a nord di Beirut, per i Kibbeh Nayeh più buoni del mondo. È uno stufato di ceci, carne di montone e pomodoro, in un brodo insaporito con grasso di pecora e curcuma la bontà turca Piti, originaria da Kars, dov’è particolarmente adatto per i lunghi e rigidi inverni della provincia a nordest del Paese. Dal Messico poi arrivano i Tlacoyos, tipo street food locale. Sono delle tortilla ovali e spesse di pasta di mais, riempite con vari ingredienti, dai fagioli al formaggio spalmabile, strisce di cactus cotti, salsa di peperoncino, cipolla e coriandolo. Ma in Italia e in Europa la verità è un’altra. Come rivela il Premio per la Porchetta di Campli attribuito al Campione Regionale Streetfood Gambero Rosso 2015, per l’Antica Porchetta sfornata da Salvatore Di Angelo. Il quale manda avanti una tradizione familiare inaugurata dal padre e, insieme alla moglie Romina, portando in giro per il Teramano a bordo del suo camioncino la Porchetta di Campli. Una notizia degna del NyT. La ricetta è antica e tradizionale, seguita minuziosamente da Angelo che si occupa della lunga cottura a legna della carne di maiali razza Pietrain, ma anche degli altri prodotti in vendita al furgoncino: pollo allo spiedo, galantina di pollo e tacchino alla canzanese. Campli resta il punto di riferimento per sapere dove trovare durante la settimana Salvatore, Romina e i loro fantastici panini con la porchetta. Un grande classico sempre apprezzato, la Porchetta Italica di Campli, aromatizzata con rosmarino e aglio, affettata finemente a mano. Morbida ma non grassa, in alcuni punta risulta molto croccante, come il panino che la contiene. Do you understand it, Americans? Dal 1964 la Sagra di Campli è diventata l’appuntamento estivo di fine Agosto più gradito di tutto l’Abruzzo e delle vicine Marche. L’Evento che oggi, in cinque giorni, vede finire nella pancia di deliziati avventori oltre 120mila panini fumanti di rinomata Porchetta Italica, “dono” di 300 e più maiali selezionati. I monumenti e la Sagra della Porchetta Italica di Campli, la Regina delle Sagre d’Italia, esaltano il passato per conservare il futuro di Pace.
© Nicola Facciolini
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