La LAV esprime soddisfazione per le indagini condotte dal Corpo Forestale dello Stato che in Abruzzo ha individuato un indagato per l’efferata uccisione dell’orso avvenuta venerdì scorso. La LAV chiede che la Procura della Repubblica di Sulmona contesti all’uccisore dell’orso non solo il reato di animalicidio (articolo 544 bis del Codice penale), che prevede fino a due anni di reclusione, ma anche il furto venatorio (articoli 624 e 625 comma 7) e la distruzione di specie protetta (articolo 727 bis). Ciò è fondamentale per migliorare la già positiva indagine del Corpo Forestale dello Stato, dato che si tratta di reati contro tutti e contro lo Stato e visto che l’orso è una specie particolarmente protetta, anche a livello internazionale. La LAV chiede al Prefetto dell’Aquila di revocare immediatamente la licenza di caccia e il porto d’armi all’indagato. Governo e Parlamento integrino la Legge 189 del 2004 prevedendo l’applicazione delle misure cautelari personali fondamentali per chi si macchia di tali delitti al fine di non farli reiterare e attivando intercettazioni e il mandato di arresto europeo per crimini sovranazionali. Bisogna dotare di adeguati strumenti investigativi le Forze di Polizia.
Orso morto: c’e’ un indagato, Procura contesti furto venatorio e distruzione di specie protetta
La LAV esprime soddisfazione per le indagini condotte dal Corpo Forestale dello Stato che in Abruzzo ha individuato un indagato per l’efferata uccisione dell’orso avvenuta venerdì scorso. La LAV chiede che la Procura della Repubblica di Sulmona contesti all’uccisore dell’orso non solo il reato di animalicidio (articolo 544 bis del Codice penale), che prevede fino […]
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