Sul Resto del Carlino, parla una sopravvissuta alla tragedia, Fanny Lopez, 21 anni, che vive a lavora a Forlinpopoli e si trovava a Duisburg da venerdì, con l’altro milione e mezzo di giovani che cercavano la terra promessa: musica estrema, amore e felicità ed hanno invece trovato l’orrore, inimmaginabile. “Pensavo di morire, non si respirava per la calca: per fortuna che quando sono svenuta qualcuno mi ha alzato e portato avanti per dieci minuti, senza farmi toccare terra”, ha dichiarato. Un pomeriggio di follia scatenato dal panico per una ressa. Una tragedia che, tuttavia, non ha fermato la festa del tradizionale appuntamento di musica techno, a cui quest’anno si è presentato un milione e mezzo di persone. Sconcerto e cordoglio in Germania, e tanti interrogativi: come e’ stato possibile? È la domanda più ricorrente. Secondo l’agenzia di stampa tedesca Dapd la ressa si è generata dopo che le autorità hanno cercato di impedire a migliaia di persone di accedere alla zona dove la parata si svolgeva perché già sovraffollata. Fra i primi ad esprimere dolore ai familiari delle vittime ieri sera, la cancelliera Angela Merkel e il neopresidente Christian Wulff, che hanno sollecitato anche che sia fatta luce al più presto. La più grande festa al mondo di musica ‘techno’ si e’ trasformata in un’immane tragedia: 19 persone sono morte alla Love Parade di sabato scorso a Duisburg (Nord Reno Vestfalia) e altre 342 persone sono rimaste ferite, secondo un bilancio provvisorio della polizia. Fra i morti anche una ragazza di 21 anni di Brescia, Giulia Minola, che studiava moda e design a Milano e ferita un’amica torinese. I giovani sono morti schiacciati, calpestati, asfissiati nella calca terribile creatasi attorno alle 17 in un tunnel lungo 200 metri e largo 20, che avrebbe dovuto portarli sulla grande spianata all’aperto per il concerto finale. Il sottopasso si e’ trasformato in una trappola mortale, un imbuto che ha stritolato la gente. Nella ressa asfissiante, molti giovani hanno cercato una scorciatoia all’aperto arrampicandosi su una scala di sicurezza e alcune impalcature. Sotto il peso, le strutture sono crollate schiacciando la gente sotto e creando panico generale. La Love Parade è nata nel 1989 a Berlino, poco prima della caduta del Muro, su iniziativa del Dj Matthias Roeingh, alias Dr. Motte e la prossima era prevista a Gelsenkirchen (Nord Reno Vestfalia) ma, probabilmente, non ci sara’ mai. L’organizzatore della Love Parade, Rainer Schaller, ha annunciato la definitiva chiusura della manifestazione. “Le parole non bastano per spiegare le dimensione dello sconcerto”, “la cosa più importante è che si chiariscano i fatti”, ha aggiunto, stando all’agenzia Dpa, ricevuta a Vienna. Di fronte alle accuse che si moltiplicano nei confronti della polizia di Duisburg per non essere riusciti ad impedire la strage, i sindacati di categoria difendono l’operato dei poliziotti sostenendo che sono stati gli organizzatori del festival a fare pressioni perché l’evento si svolgesse nella città nonostante la mancanza di uomini e mezzi. Wolfang Orschenschek, portavoce dei sindacati, ha spiegato che l’argomento usato principalmente dagli organizzatori e’ stato quello che la regione della valle del Ruhr, dove si trova Duisburg, e’ stata designata come “capitale europea della cultura” per il 2010, con una serie di manifestazioni di massa che sono state organizzate in questi mesi. Da parte sua Rainer Schaller, proprietario della societa’ organizzatrice Lopavent Gmbh, ha chiesto all’opinione pubblica di aspettare la conclusione dell’inchiesta prima di rivolgere delle accuse. Intanto, la magistratura di Duisburg si e’ messa al lavoro per determinare le cause della tragedia e secondo il capo della polizia Detlef von Schmeling , si sta lavorando su due diverse ipotesi di reato, senza che tuttavia siano stati forniti dettagli in proposito. “Ho appreso con dolore della tragedia avvenuta a Duisburg in Germania, in cui sono rimasti vittime numerosi giovani. Raccomando al Signore nella preghiera i defunti, i feriti e i loro familiari”, ha detto ieri dopo l’Angelus, Benedetto XVI, mentre mons. Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, si è detto “sconvolto e turbato”.
Carlo Di Stanislao
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