I giudici francesi incaricati di riesaminare il caso della morte di Yasser Arafat, avvenuta nel 2004, hanno chiuso le indagini e hanno consegnato il fascicolo alla procura. Le prove raccolte sono adesso al vaglio del pubblico ministero che ha tre mesi di tempo per decidere se portare il caso in tribunale o, come più probabile, archiviarlo.
Fu la vedova del leader palestinese, Suha Tawil, a presentare un esposto alla procura di Nanterre, nel 2012, sostenendo che il marito non fosse deceduto per cause naturali, ma fosse stato avvelenato. L’indagine partì da questa denuncia, ma sinora dagli esami e dalle conclusioni degli scienziati francesi non sembrano essere emersi elementi sufficienti a sostenere questa tesi, né ci sono sospettati.
È emersa però la presenza del famigerato polonio. I rilievi sulla sua tomba di Arafat a Ramallah e sui suoi effetti personali mostrarono insoliti livelli di polonio 210, ma per gli esperti d’Oltralpe la tossina era di natura ambientale. Conclusioni non del tutto concordanti con quelle di un centro specialistico svizzero nella città di Losanna, che ha registrato “livelli anomali di polonio” sufficienti a far sospettare un avvelenamento con materiale radioattivo, almeno secondo la tv qatariota Al Jazeera che nel 2012 diffuse le conclusioni del centro di Losanna. Ma questa tesi non è stata confermata dai francesi e tantomeno dagli svizzeri che non hanno mai parlato esplicitamente di avvelenamento.
La tossina incriminata, il famigerato polonio, è salita agli onori della cronaca nel 2006, quando l’ufficiale dell’intelligence russa Alexander Litvinenko fu avvelenato a morte, a Londra, da una massiccia dose di isotopo radioattivo. I sospetti caddero su due agenti russi che Mosca si è sempre rifiutata di estradare.
È molto probabile che il caso sia archiviato, ma il mistero che aleggia sulla morte del leader palestinese persiste. Arafat fu ricoverato nell’ospedale Percy de Clamart, vicino a Parigi, nell’ottobre del 2004, dopo aver accusato dolori allo stomaco mentre si trovava nel suo quartier generale a Ramallah, in Cisgiordania, circondato dall’esercito israeliano. Morì circa un mese dopo il ricovero, l’11 novembre. Nena News
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