La rinascita e il riscatto di Casal di Principe partono da venti opere d’arte arrivate da Uffizi, Capodimonte, Reggia di Caserta e Museo di Capua per una mostra allestita in una villa sequestrata alla camorra, oggi Casa di don Peppe Diana. ‘La luce vince sull’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe’, questo il titolo dell’esposizione che per molti rappresenta “un miracolo”, il segno che i casalesi “sono stati capaci di fare una rivoluzione, anche se il lavoro non e’ ancora finito”.
A testimoniarlo, il cantiere che avvolge ancora la villa sequestrata al camorrista Egidio Coppola, detto Brutus, “simbolo del cambiamento e della distanza da ciò che c’era prima”. Un milione di euro, da fondi privati, e un mese per restaurare la struttura immersa tra gli scheletri dei palazzi lasciati a metà che costeggiano le strade di Casal di Principe. Un giardino rimesso a nuovo tutto intorno la casa recuperata a fini museali e intitolata a don Peppe Diana, emblema della lotta alla criminalità. Dentro, l’allestimento delle opere dei pittori ispirati all’esperienza artistica di Caravaggio.
Otto i dipinti dagli Uffizi e nove da Capodimonte, mentre dalla Reggia di Caserta è arrivato il ‘Fate presto’ di Andy Wahrol, la famosa opera realizzata reinterpretando la prima pagina de ‘Il Mattino’ pubblicata il 26 novembre del 1980, tre giorni dopo il terremoto in Irpinia. Poi, i capolavori, tra gli altri, di Luca Giordano, Artemisia Gentileschi e Salvator Rosa, oltre a un Mater Matuta proveniente da Capua. Custodi della mostra saranno gli ‘ambasciatori della rinascita’, un gruppo di 80 giovani volontari, “narratori eccezionali di una terra che vuole vincere Gomorra”.
Una “giornata importante non solo per Casal di Principe, ma per tutta l’Italia” per il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo,Dario Franceschini, oggi a Casal di Principe per presentare l’esposizione che “e’ motivo di orgoglio mio e del governo. Questa- ha detto- e’ una storia bellissima di riscatto e di volontà di vincere la camorra e la criminalità organizzata. Far diventare la villa sequestrata a un boss il luogo in cui arrivano delle opere bellissime e’ davvero una scelta coraggiosa e intelligente che non si fermerà qui. Questo luogo resterà permanentemente dedicato alla cultura, il ministero supporterà le iniziative che verranno organizzate qui autonomamente. Avranno il nostro sostegno totale”.(Dire)
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