Semiao Vilhalva, nativo Guarani del Brasile, è stato ucciso dai sicari degli allevatori dopo che la sua comunità aveva rioccupato parte della terra ancestrale. La denuncia arriva oggi dal movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni Survival International che sottolinea: “La comunità era circondata dai sicari e aveva denunciato il pericolo di uccisioni”. L’assassinio “è avvenuto sabato scorso durante un attacco alla comunità guarani di Nanderu Marangatu da parte dei sicari al soldo degli allevatori; pare fossero presenti anche alcuni agenti governativi- aggiunge Survival- Un bambino di un anno è stato ferito alla testa da un proiettile di gomma anti-sommossa, e ci sarebbero anche altri feriti”.
Attualmente la terra ancestrale della comunità “è occupata da un allevamento di proprietà di Roseli Silva, presidente di un sindacato di allevatori che incita alla violenza per tenere gli Indiani lontano dalle loro terre”. Secondo i Guarani, “l’attacco di sabato è stato coordinato proprio da Silva dopo una riunione nel corso della quale allevatori e politici avevano discusso sul come contrastare le rioccupazioni”. Gran parte della terra della tribù è stata rubata agli Indiani decenni fa. Sebbene la costituzione brasiliana abbia imposto al governo di mappare i territori indigeni e di restituirli entro il 1993 alle tribù, per il loro uso esclusivo, “la maggior parte della terra guarani resta tuttora nelle mani degli allevatori”. Oggi la maggior parte dei Guarani è costretta a vivere in riserve sovraffollate o in accampamenti ai margini delle strade dove dilagano malnutrizione, malattie e suicidi. Il mese scorso le Nazioni Unite avevano chiesto al governo di prendere misure urgenti per proteggere i Guarani e mettere fine alla ‘campagna di terrore psicologico’ montata dagli allevatori. Le autorità brasiliane, però, non sono ancora intervenute”.
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