Ha scatenato reazioni indignate tra i tifosi laziali un articolo apparso su Le Monde che associa al fascismo la nuova maglia nera da trasferta con l’aquila stilizzata sul petto con cui il club di Lotito esordira’ in Europa League. Il quotidiano francese ha collegato la maglia totalmente monocromatica della Lazio alle “simpatie neofasciste dei suoi tifosi” e ha tirato in ballo anche Paolo Di Canio, “giocatore laziale dichiaratamente fascista”.
Una maglia, quella dei giocatori di Pioli, che Le Monde definisce“camicia nera”, nonostante il colore “sia usato anche da club come la Juventus e il Paris Saint-Germain”. “Il club laziale ha una cattiva reputazione – scrive ancora il giornale francese – soprattutto per i suoi sostenitori neo-fascisti della Curva Nord, che si sono distinti piu’ volte con nostalgici slogan e versi delle scimmie”. Tifosi, si legge ancora, che “resero omaggio alla Tigre Arkan, il signore della guerra serba accusato di crimini contro l’umanita’ dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia”. “Nonostante da qualche anno le cose si siano calmate, la scelta di questo abbigliamento puo’ ricordare solo un passato problematico”.
Su Twitter, aggiunge Le Monde, in molti parlano di “maglia da Terzo Reich”. L’articolo e’ stato accolto con sorpresa e rabbia dai tifosi biancocelesti che dopo il tam delle radio private romane hanno inondato di proteste il web e i social network. La Replica della Lazio, “attacco assurdo, siamo basiti” – “Resto basito nel leggere cio’ che ha scritto Le Monde. Utilizzare il colore nero era l’unico modo che avevamo per impiegare anche in Europa la maglia bandiera, perche’ la norma Uefa ci permetteva di realizzare un disegno del genere solo con la formula tono su tono”. Cosi’ il responsabile del marketing della SS Lazio, Marco Canigiani, commenta ai microfoni di Repubblica.it l’articolo apparso sul quotidiano francese.
“Avremmo giocato volentieri con la maglia con l’aquila stilizzata dell’anno scorso in campionato, ma non era possibile in quanto a livello europeo viene considerato logo e avrebbe sforato le misure standard consentite – spiega il dirigente laziale – Tra l’altro, tra i vari precedenti c’e’ anche quello del Paris Saint-Germain di qualche anno fa, cui e’ stata bocciata una maglia in cui si vedeva in modo troppo evidente la Tour Eiffel. Ripeto, l’unica possibilita’ che avevamo era la formula tono su tono, oltretutto con una differenza di gradazione dei colori molto bassa. Abbiamo fatto molte prove nel corso degli ultimi tre mesi, fino a quando la Uefa non ci ha dato l’ok definitivo. Il colore – conclude Canigiani – doveva essere necessariamente scuro, in quanto la prima maglia e’ celeste e la seconda bianca. Non e’ che avessimo molte alternative”.
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