Alle ore 8:15 del 6 agosto 1945, quando la luce nucleare di mille soli avvolse in un picosecondo la città giapponese di Hiroshima vaporizzandola all’istante, la detonazione della seconda bomba nucleare (niente affatto “atomica”) della storia, denominata per l’occasione Little Boy, sprigionò un’energia pari a 12,5 chilotoni di esplosivo convenzionale Tnt. Opera della fissione nucleare di 60 kg di Uranio-235. A 16 mesi dal disastroso terremoto di L’Aquila (Mw=6.3) del 6 aprile 2009, in attesa che la politica e la giustizia facciano il loro corso per la ricostruzione della città e per la totale messa in sicurezza delle nostre case, occorre riflettere sulla storia dell’era nucleare perché l’incubo non è affatto finito. L’apocalisse termonucleare sulla Terra non è un capitolo chiuso: oggi esistono ordigni più piccoli e devastanti di quelli che 65 anni fa distrussero le due città giapponesi. E la violenza politica è il primo campanello d’allarme per la Pace. Il 5 agosto 1945, il presidente degli Stati Uniti Harry Truman aveva ordinato il lancio, motivando chiaramente l’operazione nelle settimane precedenti: porre fine alla Seconda Guerra Mondiale con la resa incondizionata dell’Impero giapponese, risparmiando la vita a centinaia di migliaia di giovani soldati americani. L’invasione del Giappone, infatti, era stata valutata con molta attenzione dagli strateghi militari. E i gloriosi Samurai, per difendere le loro case, avrebbero fatto strage degli americani con le loro lame d’acciaio. Tre giorni dopo Hiroshima, il 9 agosto 1945, un’altra bomba di potenza quasi doppia, con un nucleo di plutonio, fu sganciata su Nagasaki. Fat Man era simile a The Gadget, la prima bomba nucleare sperimentata il 16 luglio 1945 sulla torre ad Alamogordo nel deserto del Nuovo Messico. La prova del fuoco per l’ordigno che nel primo test “Trinity” aveva dato inizio all’era nucleare, fu decisa per la mattina del 9 agosto quando il bombardiere Bockscar si alzò in volo con la bomba Fat Man che conteneva circa 6,4 kg di plutonio-239, capace di liberare un’energia distruttiva pari a circa 21 chilotoni. Obiettivo: la zona industriale di Nagasaki. La bomba nucleare, diversa da quello che aveva polverizzato Hiroshima, esplose a circa 470 metri di quota, a quasi 4 km a nord-ovest dall’obiettivo previsto. Circa 40mila dei 240mila abitanti di Nagasaki vennero istantaneamente vaporizzati. Oltre 55mila rimasero feriti. Il numero totale degli abitanti uccisi venne poi valutato intorno alle 80mila persone, inclusi i feriti esposti alle radiazioni. Un uomo di Hiroshima sopravvissuto alla prima bomba, si beccò in testa anche la seconda a Nagasaki, ma sopravvisse per raccontare la sua storia. E’ scomparso solo pochi mesi fa. Il bellissimo documentario di RaiDue curato nel 1995 dalla bravissima giornalista Lorenza Foschini in diretta tv da Hiroshima, ne rievoca la vicenda. E’ un viaggio nella memoria (cf. archivi Rai) per l’allora 50° anniversario del bombardamento su Hiroshima e Nagasaki, per chi non vuole dimenticare, per chi è troppo giovane per ricordare: furono ricreati, oltre ai fatti, il clima e le emozioni di quelle tragiche mattine d’agosto del 1945 quando la temperatura salì di decine di milioni di gradi Celsius nel “ground zero”. Lorenza Foschini tornò sui quattro luoghi simbolo di Hiroshima: il Memorial Museum (su una parete c’è un’ombra, unico resto di un uomo, il corpo trasformato in vapore dalle radiazioni termiche); il Padiglione dell’Esposizione Universale, unico edificio rimasto quasi intatto, una vuota conchiglia sormontata dai resti scheletrici di una cupola; la Torre delle Mille Gru, monumento della Pace dei bambini; la Fontana della Preghiera, dedicata a coloro che morirono invocando l’acqua. Parlarono William Styron (autore de “La scelta di Sophie”) allora giovane ufficiale della Marina in attesa dell’ordine di invadere il Giappone; Daniel McGovern, l’operatore del filmato girato da militari americani poche ore dopo lo scoppio; Wilfred Burchett, primo giornalista occidentale entrato a Hiroshima. Ed ancora registi, architetti, grafici, da Shoei Imamura a Kenzo Tange e Shiu Kataoka, per ricordare le vittime: la donna che diede alla luce una bimba nel silenzio della morte, lo scienziato che pagò la sua passione con la vita, mentre raccoglieva per le strade mute di Hiroshima gli oggetti deformati, liquefatti dalla terribile vampata di calore nucleare. Le detonazioni su Hiroshima e Nagasaki, furono la seconda e terza nella storia delle armi nucleari. Fu il bombardiere B-29 americano Enola Gay al comando del colonnello Tibbets, a lanciare Little Boy sul centro di Hiroshima. La bomba, frenata da un paracadute, esplose a 580 metri dal suolo uccidendo all’istante tra le 70mila e le 80mila persone. Il 90% degli edifici venne completamente raso al suolo. Le stime dei morti e dei feriti non furono mai precise: dai 100mila ai 200mila, in quanto molti furono coloro che morirono anche molti anni dopo a causa degli effetti devastanti della bomba. Per la storia si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi: posero fine alla Seconda Guerra Mondiale. Un flash nucleare è indescrivibile. La luce nucleare, a debita distanza, è così penetrante da illuminare “dall’interno” ogni cosa, quindi anche le ossa. Ad Hiroshima l’ombra dei corpi vaporizzati è tutto ciò che resta delle povere vittime. Alla fine del 1945, ulteriori migliaia di persone morirono per via dell’avvelenamento da radiazioni, portando il totale di persone uccise ad Hiroshima nel 1945 a circa 350mila. Per capire l’era nucleare nella quale viviamo, basta dare un’occhiata ai film di Peter Kuran, mai trasmessi in Italia, che documentano la realtà con immagini a dir poco sconvolgenti e drammaticamente spettacolari. Avete mai visto una Bomba H esplodere nell’alta atmosfera? Allora, non potere rinunciare a questa breve carrellata nella storia del documentario scientifico, diretto e prodotto da Kuran. Diciamo subito che i film del celebre regista statunitense, non hanno nulla a che spartire con la fantascienza né con il brutto scherzo di un’esplosione nucleare, durante le previsioni meteo, messo in onda da un gruppo di buontemponi hacker sul canale ceco ČT2, la domenica di 17 giugno 2007. I film di Peter Kuran sono la realtà nuda e cruda dello sviluppo dell’industria degli armamenti nucleari Usa. Si comincia con il film “Trinity and Beyong (The Atomic Bomb Movie)”, per assistere, da testimoni diretti, all’incredibile storia dello sviluppo delle armi nucleari. Il più drammatico, sconvolgente, storico, spettacolare e inquietante film sui test nucleari Usa, in 6 capitoli, 26 sezioni e contenuti speciali: dalla prima esplosione di 100 tonnellate di TNT nello stesso sito sul quale sarebbe poi esplosa la prima bomba nucleare della storia nel luglio 1945, alle inedite immagini riprese su Hiroshima e Nagasaki subito dopo il bombardamento nucleare Usa, alle esplosioni delle bombe “H” sull’oceano Pacifico, alla super bomba sovietica (circa 60 megatoni), ai test cinesi. Il famoso regista di effetti speciali Peter Kuran (Star Wars, Star Trek II e V, Robocop, la Famiglia Addams, 13 Giorni) ha dedicato più di tre anni della sua vita per la produzione di questo film-documentario che racconta la segretissima, strana e visivamente incalzante storia dell’ideazione, produzione e sperimentazione delle bombe nucleari a fissione (le bombe atomiche non esistono, in quanto il fenomeno di fissione-fusione è a livello sub-atomico, ossia nucleare) e termonucleari a fusione (bomba all’idrogeno, detta “H”), negli Stati Uniti d’America. Nel dvd vengono presentati, per la prima volta in assoluto, rari filmati d’epoca declassificati, tratti dagli archivi segreti del governo Usa. Il regista Kuran ha viaggiato in tutto il mondo per ottenere i filmati originali dei test nucleari condotti dalla Cina e dalla altre potenze nucleari, e delle più grandi esplosioni termonucleari della storia effettuate (Bomba Sakarov all’idrogeno) dall’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. La qualità delle immagini è considerevole e ha richiesto la presentazione di un nuovo Academy Award, poi vinto dal regista Kuran per questo film, le cui immagini sono state eccezionalmente restaurate con processi digitali ad alta definizione appositamente creati per preservare queste spaventose immagini alle generazioni future. Il film, in lingua originale inglese, narrato dal famoso attore William Shatner (il capitano Kirk della nave stellare Enterprise in Star Trek), si avvale di una superba colonna sonora originale, anch’essa premiata, eseguita dall’Orchestra sinfonica di Mosca. Interessante è l’intervista speciale al fisico recentemente scomparso, Edwar Teller, uno dei creatori della bomba H statunitense, uno dei più controversi personaggi del XX Secolo. Fatti esplodere sotto gli oceani, sospesi a un pallone stratosferico, sparati da un cannone nucleare nel deserto del Nevada o nello spazio, questi ordigni infernali sono capaci di devastare la biosfera della Terra, riducendola alle fattezze del pianeta Marte. Il film, altamente educativo, è una straordinaria produzione che ci aiuta a capire per la prima volta con il linguaggio visivo, gli eventi che hanno cambiato per sempre (furono effettuati centinaia di esperimenti, secondo la propaganda “controllati”!) la storia dell’umanità. Infatti, per quanto si tenti di disinnescarle e disarmarle, sarà impossibile liberarsi delle armi nucleari, in quanto non le potremo mai disinventare. Guai a noi se, come lo struzzo, faremo finta che non esistono più nei silos in compagnia delle armi batteriologiche. Il secondo film “Nuke in space – L’arcobaleno nucleare” di Peter Kuran ci porta alla scoperta dei test segreti Usa condotti nello spazio, declassificati e rivelati per la prima volta in assoluto, dopo più di 40 anni. Il dvd è narrato da W. Shatner. Al culmine della tensione tra Usa e Urss, durante la Crisi dei missili di Cuba, le due superpotenze (“defcon 3”) hanno condotto test nucleari nell’atmosfera terrestre e nello spazio esterno. Il film rivela l’incredibile storia di più di 20 test termonucleari spaziali. Quasi del tutto ignote al pubblico italiano, le esplosioni “H” crearono aurore ed arcobaleni artificiali spettacolari, che solo ora sono mostrati in tutta la loro terrificante realtà. Immagini che ispirano soggezione e inquietudine. Dietro l’apparente spettacolarità delle cosiddette “bombe-arcobaleno” si celavano sconvolgenti conseguenze, immediate e a lungo termine. Le radiazioni nucleari prodotte da questi test hanno avuto ed avranno effetti disastrosi permanenti sullo spazio vicino alla Terra. Nell’era dello Sputnik e della corsa alla conquista dello spazio, la supremazia tra Usa e Urss era misurata dalla tecnologia, ossia dalla capacità di applicare le conoscenze scientifiche acquisite nella teoria e negli esperimenti della fisica. I filmati del National Security Council e il documentario sulla Crisi dei missili cubani ci aiutano a comprendere e spiegare l’estrema virulenta pericolosità del livello di rivalità raggiunto che aveva condotto gli Usa ad aumentare la propria supremazia nucleare sull’Urss. Eventi che la storia ha immortalato nella leadership di uno dei carismatici ed amati presidenti degli Stati Uniti d’America, John. F. Kennedy. Delle cui parole pronunciate davanti al Congresso Usa e al popolo americano, questo film ci rende partecipi e testimoni in un’era nucleare (oggi niente affatto “superata”) che all’epoca stava diventando la costante di un’accecante supremazia militare fondata sull’equilibrio del terrore (teoria del “Mad” che in inglese significa “folle”, ossia dell’autodistruzione reciproca garantita) oggi solo in parte superata e, comunque, non necessariamente in grado di garantire la pace. In quanto l’arma nucleare rischia di trovare nuovi acquirenti in stati non democratici sulla Terra, e di diffondersi ovunque non come mezzo di deterrenza, come finora assicurato dalle superpotenze, ma di offesa preventiva. Peter Kuran, il vincitore del film “Trinity and Beyong (The Atomic Bomb Movie)”, in questo dvd “Nuke in space – L’arcobaleno nucleare”, si avvale di nuovi filmati e documenti governativi declassificati, proponendo inedite interviste, controverse e originali, alle autorità militari e scientifiche protagoniste di quegli eventi. Una nuova colonna sonora dell’Orchestra sinfonica di Mosca in “Dolby Digital 5.1 Surround Sound”, è stata creata per creare un’esperienza visiva davvero cinematografica ed aprire una finestra sulla quotidianità dell’era nucleare. Questo film è una pietra miliare della documentazione storica sulla Guerra Fredda e sui test nucleari, con forti implicazioni sul futuro della sicurezza nazionale Usa. Non mancano i contenuti speciali con una sezione bonus dove è possibile visionare: i filmati sui lanci nucleari falliti, la conferenza stampa di J.F.K; gli impianti nucleari di Cuba e tanto altro ancora. Il terzo film “Atomic Journeys – Benvenuti al Ground Zero” di Peter Kuran, è altrettanto spettacolare e sconvolgente. Che cosa fareste nello scoprire che la società del gas ha scavato una galleria a poche centinaia di chilometri da casa vostra, utilizzando una testata nucleare in miniatura? “L’Atomica in giardino” non è solo il titolo di un grande film di successo. Ed allora, “benvenuti al Ground Zero” dei test nucleari Usa. Più di 45 anni fa, sentendo un tonfo improvviso proveniente dal sottosuolo e osservando luci splendenti, qualcuno negli States avrebbe forse anche potuto interpretare l’evento con il passaggio di un treno, un terremoto o un Ufo. Ma qualcosa di più lontano e potente era accaduto…una detonazione nucleare a poche centinaia di chilometri da casa, chi mai l’avrebbe potuta immaginare? Questo film di P. Kuran è quanto di più segreto e sconosciuto al grande pubblico il governo Usa abbia mai potuto nascondere per decenni. Test nucleari super segreti e lavori per scavare tunnel, caverne e gallerie, condotti nel territorio degli Stati Uniti, di cui solo poche persone furono a conoscenza. Piccole bombe nucleari furono letteralmente sganciate nel giardino di casa, calate in pozzi di estrazione mineraria e nei deserti per costruire basi segrete. Non solo negli Stati Uniti. Non mancano gli incidenti nucleari, in gergo “Broken Arrow”, poi famosa pellicola cinematografica. Testimoni viventi raccontano di un ordigno con testata nucleare non armata, accidentalmente sganciata da un aereo su una casa in una cittadina dello stato della Carolina del sud. Molti dei test erano parte integrante della politica della Commissione dell’Energia Atomica (la stessa casa editrice del celebre volume propagandistico “L’Amico Atomo” degli anni ’50 del XX secolo), volta ad esplorare l’impiego “civile” di questi ordigni nucleari nell’ingegneria delle opere pubbliche, per usi pacifici come la costruzione di nuovi canali, gallerie sotterranee, caverne, porti, dighe e per aumentare l’estrazione di gas naturale. La Commissione ha così effettuato, all’insaputa dei contribuenti Americani, detonazioni nucleari segretissime, dissimulando anche i segnali sismici prodotti dalle esplosioni. Oggi sarebbe praticamente impossibile, visto che anche i pacifici e sensibilissimi esperimenti del Gran Sasso dell’Infn, possono benissimo individuare e segnalare in tempo reale test nucleari in ogni angolo della Terra! Kuran ci porta a visitare dieci dei più rilevanti siti di questi test segreti: dall’Alaska al Mississippi, al Nevada, “lo stato nucleare più bombardato sulla Terra”, dove furono fatti esplodere più di 900 ordigni. Non sono solo gli Usa, sotto i riflettori di questa straordinaria inedita pellicola: Kuran ci accompagna alla scoperta di foto e filmati di simili test effettuati da Francia, Inghilterra e Urss. “Dalla visita di questi finora ignoti “Ground Zero” – assicura P. Kuran – si esce sicuramente diversi, più consapevoli del mondo terrificante in cui viviamo”. Un dvd in 29 capitoli, narrato da W. Shatner: non mancano i contenuti speciali, la biografia degli autori e i filmati bonus. Nei quali possiamo accedere alla galleria “Tour” dove una “guida speciale” ci conduce all’interno dei siti che furono teatro di quei test. Una mappa globale planetaria svela dove sono ubicati tutti (quelli finora apertamente dichiarati) i Ground Zero nucleari e molto altro ancora. Nulla in confronto a ciò che fecero i sovietici. Quel giorno, quando esplose, fu definito “il giorno in cui la Terra fu uccisa”. La “Bomba Tsar – Fine del Mondo” (www.youtube.com/watch?v=LxD44HO8dNQ) è stato il più potente ordigno termonucleare (all’idrogeno) mai sperimentato dall’uomo. Fu costruito in Unione Sovietica nel 1961, su comando del Partito Comunista (Pcus), da un gruppo di lavoro capeggiato da militari e dal fisico Andrej Dmitrievič Sakharov, in poco più di sei settimane. Il nome in codice dell’ordigno era Big Ivan. Il suo potere esplosivo fu di 57 megatoni (altre fonti affermano, fra i 62 e i 90 megatoni), ovvero oltre 3.800 volte quello della bomba nucleare sganciata su Hiroshima. È stato calcolato che se fosse stata lanciata su Londra, la Tsar avrebbe distrutto ogni cosa nel raggio di 30 km e incendiato tutto ciò che si fosse trovato entro 90 km dal centro dell’esplosione. Inizialmente si pensava di realizzarla con una potenza di 100 megatoni ma, per evitare di “bucare” l’atmosfera terrestre (e non solo per un eccessivo fallout nucleare) fu poi ridimensionata a 57 megatoni. La bomba fu sganciata il 30 ottobre 1961 alle ore UTC 8:32 (11:32 ora di Mosca) da un aereo ad alta quota (un Tupolev 95, il pilota del quale divenne poi eroe nazionale) nella baia di Mityushikha, sull’isola di Novaja Zemlja, a nord del Circolo Polare Artico, precisamente alle coordinate 73.85° Nord e 54.50° Est. La Tsar fu fatta esplodere a 4mila metri dal suolo con l’ausilio di un gigantesco paracadute per frenarne la caduta dell’ordigno e quindi consentire al velivolo di allontanarsi indenne. La sfera di fuoco nucleare fu di 4,6 Km di diametro e la nube a fungo risultante dall’esplosione raggiunse un’altezza di 60 km mentre l’onda d’urto fece tre volte il giro del mondo impiegando nel primo “circuito” 36 ore e 27 minuti. Ci fu anche un black-out delle comunicazioni radio in tutto l’emisfero settentrionale. Tuttavia, contrariamente a quanto si può pensare, quella della Tsar fu un’esplosione “molto pulita” ed efficiente in quanto trasse oltre il 97% della sua potenza dalla fusione termonucleare. Tale test fu preceduto il 9 agosto 1961 dalla dichiarazione di Khruscev nella quale affermava che l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche era in grado di costruire e intendeva sperimentare una superbomba da 100 megatoni, scatenando forti proteste internazionali. A tali dichiarazioni seguirono il 16 gennaio 1963 le rivelazioni fatte a Berlino Est, sempre dallo stesso Khruscev, del possesso di una bomba di quel tipo da parte dell’Unione Sovietica. Un simile ordigno, se testato sulla superficie terrestre, aprirebbe nella roccia un cratere profondo oltre 100 metri e largo quasi 3 km, con un “fungo” di 14 km di diametro. L’esplosione liberò in energia circa 2.1×10 alla 17ma potenza in joule ovvero 5.3×10 alla 24ma potenza in watt. La riduzione di potenza della Tsar si ebbe perché dal progetto iniziale di bomba a tre stadi (fissione-fusione-fissione) si passò ad una bi-stadio (fissione-fusione), sostituendo il terzo stadio di uranio con uno di piombo. Ciò ridusse enormemente il fallout radioattivo visto che il 97% dell’energia liberata fu derivata dalla fusione e solo il 3% dalla fissione. Tuttavia, Big Ivan fu definito il test nucleare più pulito mai effettuato sulla Terra. Se invece fosse stata esplosa come una bomba da 100 megatoni, questo avrebbe potuto aumentare il fallout radioattivo di tutti i test mai effettuati sulla Terra del 25 %. La bomba sovietica Tsar pesava 27 tonnellate, era lunga 8 metri e aveva un diametro di 2 metri. Fu sganciata con un paracadute dalla quota di 10.500 metri. La bomba esplose a circa 4mila metri d’altitudine, il lampo termonucleare fu visibile a mille chilometri di distanza e nel raggio di centinaia di chilometri furono bruciate tutte le case di legno, mentre gli effetti termici si avvertirono sino a 270 Km di distanza con ustioni di terzo grado. Solo una speciale vernice termoisolante permise al Tupolev 95, il quale al momento dell’esplosione si trovava già a 45 Km di distanza, di non esplodere a causa dell’effetto termico. La bomba in realtà non aveva alcuno scopo militare, visto che un ordigno di tale potenza non aveva specifici usi tattici. Fu sperimentata solo come azione dimostrativa delle capacità tecnologiche dell’allora impero sovietico e del suo leader Nikita Kruscev. La bomba non aveva impieghi pratici visto che era troppo pesante per essere trasportata da un missile balistico e inoltre un aereo che avesse voluto sganciarla su una città nemica sarebbe stato facilmente abbattuto prima ancora di violare lo spazio aereo nemico. I “figli” della Tsar Bomba furono le testate Mirv dei missili balistici intercontinentali (Icbm). Andrej Dmitrievič Sakharov, fu poi insignito del Premio Nobel per la Pace.
La conoscenza è la nostra unica arma di difesa contro i futuri mostri della storia.
Nicola Facciolini
Per non dimenticare, bisogna gemellarsi con Hiroshima e Nagasaki.