“Si e’ trattato di un incontro importante perche’ e’ il primo dopo l’approvazione in Parlamento della legge Buona Scuola. Siamo ora entrati nella fase decisiva dell’attuazione durante la quale confermo che continueremo a confrontarci con sindacati, associazioni ed esperti sul cambiamento che stiamo introducendo nel mondo della scuola”. E’ quanto dichiara il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dopo aver incontrato oggi al Miur i sindacati della scuola sull’applicazione della riforma.
Fra gli argomenti all’ordine del giorno, ricordano dal ministero, la valutazione dei dirigenti scolastici, l’anno di prova dei docenti neo assunti, i nuovi criteri di riparto del Fondo di funzionamento. Nel corso dell’incontro al Miur la Gilda degli insegnanti, spiega il suo coordinatore, Rino Di Meglio, “ha ribadito la propria contrarieta’ alla legge 107 ed espresso preoccupazioni sulla contraddizione di alcune norme che si scontrano con competenze della contrattazione o degli organi collegiali. Per quanto riguarda la questione dei titoli di accesso, abbiamo espresso la non condivisione del percorso prescelto, molto piu’ lungo e complesso di quello di altri Paesi Ue. Infine, abbiamo chiesto chiarimenti urgenti su periodo di prova e part time”. “Al ministro abbiamo fatto proposte concrete e fattibili che mirano a trovare soluzioni e che riguardano precariato, scelta dei docenti, contratto e valutazione”. Lo afferma il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, al termine dell’incontro sull’applicazione della riforma della scuola. “E’ stata fatta la legge, ora bisogna far funzionare le scuole”, prosegue il sindacalista sottolineando che “senza un confronto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, non sara’ possibile”.
“La chiave di lettura – aggiunge Turi – e’ sempre quella della scuola dell’autonomia. Bisogna partire da li’. Solo l’apertura di un confronto vero, costante e costruttivo con le organizzazioni sindacali potra’ consentire, se ci sara’ volonta’ politica, attraverso l’esercizio delle deleghe che la legge stessa assegna all’esecutivo, di porre rimedio alle incongruenze della legge e cercare le soluzioni che consentano alle scuole il buon funzionamento e al personale della scuola di vedere riconosciuto il valore del proprio lavoro”.
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