Sulle Corti d’Appello sparse per tutto il Paese l’avvocato Felice Besostri riprova a far cadere i ricorsi contro l’Italicum. Per chi non lo ricordasse, Besostri e’ stato protagonista di una battaglia simile a quella cominciata oggi. Sette anni fa, l’avvocato si armo’ di carte bollate e si lancio’ contro il Porcellum, uscendone vincitore. La Consulta, infatti, accolse una parte delle sue ‘riserve’ sulla legge elettorale messa a punto da Roberto Calderoli (ma poi sottoposta a una quantita’ tale di modifiche che il suo stesso padre fini’ per disconoscerla) e dichiaro’ quella legge illegittima nella parte che riguardava il premio di maggioranza e l’assenza della possibilita’, per l’elettore, di esprimere delle preferenze. Anche ne caso dell’Italicum c’e’ di mezzo il premio di maggioranza assegnato alla lista che ottiene il 40% dei consensi.
Cosi’ come si contesta il ballottaggio senza alcuna soglia previsto fra i due partiti che hanno ottenuto piu’ voti. Besostri, tuttavia, non si muove da solo. Anzi, al suo fianco ha nomi di illustri costituzionalisti, nomi noti della politica e anche movimenti di comuni cittadini. Tutti riuniti sotto l’insegna del Coordinamento Democrazia Costituzionale. Di fianco ai nomi di Gustavo Zagrebelsky e Tommaso Fulfaro (associazione ‘Articolo 21?), compaiono quelli dei senatori Pd, Felice Casson e Corradino Mineo, del deputato della sinistra dem Alfredo D’Attorre, dell’ex Stefano Fassina. Non tutti hanno firmato i ricorsi, s’intende, ma lo spirito dell’iniziativa e’ largamente condiviso da chi fa parte del coordinamento.
A spiegarlo e’ lo stesso D’Attorre: “L’iniziativa e’ innanzitutto di Felice Besostri e dei singoli cittadini che decideranno di sostenerli. Io e altri parlamentari partecipo alle riunioni del Coordinamento condividendo le posizioni di critica. Personalmente non ho firmato i ricorsi, ma li ritengo fondati e ne condivido lo spirito”. e’ tornato a esprimersi sull’Italicum anche il presidente del consiglio Matteo Renzi da Lima, dove partecipa al forum economico Italia-Peru’: “Il mondo sta cambiando”, ha detto Renzi, “le regole del gioco sono una condizione essenziale per lo sviluppo e anche in Italia stiamo facendo delle riforme, compresa quella della legge elettorale che servono per dare certezza, stabilita’ e regole piu’ efficaci”. Parole alle quali, tra gli altri, ha risposto l’esponente del M5S Alessandro Di Battista: “Il sistema Paese sarebbe certamente piu’ stabile se il premier se ne andasse”.
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