Continua ad arrancare la crescita nel Mezzogiorno, anche se quest’anno dopo sette anni presenta il segno “piu'”. Secondo le stime dello Svimez, se nel 2015, il Pil italiano “dovrebbe crescere dello 0,8%” al Sud la crescita e’ appena di “un timidissimo +0,1%. Se confermata, – si legge nel Rapporto 2015 – si tratta comunque della prima variazione positiva di prodotto del Sud da sette anni a questa parte”. Nel 2016 il Pil italiano dovrebbe crescere del +1,3% mentre al Sud si fermera’ a +0,7%. Al Centro Nord nel 2015 l’economia crescera’ dell’1% e nel 2016 dell’1,5%.
Nel 2015 piu’ posti di lavoro al Sud che al Centro-Nord: emerge anche questo dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno. “Tra la fine del 2014 e i primi due trimestri del 2015 sembra essersi determinata una decisa inversione di tendenza sul mercato del lavoro, che riguarda anche il Mezzogiorno. Con il secondo trimestre del 2015 la crescita tendenziale dell’occupazione prosegue per il quinto trimestre consecutivo. Rispetto al secondo trimestre del 2014, gli occupati crescono al Sud di 120 mila unita’ (+2,1%) e di 60 mila unita’ nel Centro-Nord (+0,4%)”, si legge nel rapporto.
“La ripresa – prosegue l’associazione – riguarda tutte le regioni tranne la Calabria, e interessa essenzialmente i settori agricolo e terziario. Il tasso di disoccupazione flette leggermente scendendo a livello nazionale al 12,1%: la riduzione riguarda esclusivamente le regioni del Centro-Nord (-0,2 punti), mentre al Mezzogiorno resta al 20,2%. La dinamica piu’ accentuata nel Mezzogiorno nei primi due trimestri dell’anno in corso va valutata con un po’ di cautela per il fatto che l’andamento nei primi due trimestri del 2014 era stato ancora particolarmente negativo. In ogni caso, si tratta di un segnale incoraggiante, che testimonia come anche il Sud stia beneficiando dei primi segnali di ripresa produttiva e delle misure di decontribuzione fiscale sulle nuove assunzioni ‘standard'”.
“Prorogare nel Mezzogiorno anche per il 2016 con la stessa intensita’ e la stessa durata l’esonero dal pagamento dei contributi Inps a carico del datore di lavoro per i nuovi assunti a tempo indeterminato”. Questa è una delle proposte di rilancio del Sud che la Svimez nel Rapporto 2015 sull’economia del Mezzogiorno presentato oggi a Roma alla Camera dei Deputati. L’associazione chiede anche di “introdurre misure di contrasto alla poverta’ nelle famiglie a rischio; definire una nuova politica industriale per il rilancio del Mezzogiorno; riconvertire le aree industriali dismesse e inquinate di Crotone e di altre citta’ del Sud in zone urbanisticamente piu’ sostenibili, sul modello di Glasgow o Bilbao; utilizzare l’energia geotermica del sottosuolo per riscaldare e raffreddare 40mila edifici di Napoli e provincia e creare 15mila posti di lavoro; creare una Zona Economica Speciale nel porto di Gioia Tauro”.
Proseguono le diseguaglianze di reddito tra Nord e Sud dell’Italia e il Mezzogiorno “e’ sempre piu’ povero”. “Nel Centro- Nord oltre il 50% delle persone guadagna dall’80 al 100% del reddito medio regionale; al Sud questo vale solo per una persona su cinque. Al contrario, il 61,7% delle persone guadagna al massimo il 40% del reddito medio, con punte del 66% in Campania, del 70% in Molise, e addirittura del 72% in Sicilia”.
Il Sud dunque e’ sempre piu’ povero: “Per effetto della crisi del 2008 la poverta’ assoluta in Italia negli ultimi anni e’ piu’ che raddoppiata, sia nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord; se dal 2005 al 2008 i poveri assoluti in Italia non raggiungevano i due milioni di persone, nel biennio 2013-2014 si sono superati i 4 milioni. In particolare – si legge nel rapporto – la poverta’ assoluta sul totale della popolazione e’ passata dal 2008 al 2013 dal 2,7% al 5,6% nel Centro-Nord, e dal 5,2% al 10,6% al Sud. Nel 2014 la poverta’ assoluta ha smesso di crescere nel Centro-Nord ed e’ leggermente diminuita nel Mezzogiorno. Il rallentamento e’ dovuto verosimilmente all’erogazione del bonus di 80 euro mensili ai lavoratori dipendenti nella seconda meta’ dell’anno, per la parte destinata alle famiglie povere”.
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